Scipione a Roma

Dopo più di cinquant’anni, al Casino dei Principi di Villa Torlonia, Roma dedica, dal 7 settembre 2007 al 6 gennaio 2008, una retrospettiva a Scipione (Gino Bonichi 1904-1933), uno dei fondatori della Scuola di Via Cavour. Le opere in mostra sono 27 oli e 26 tra bozzetti e disegni. Curata da Claudia Terenzi e Netta Vespignani dell’Archivio Scuola Romana, ha un catalogo Palombi editore.
Emilia Dodi

Scipione, Autoritratto


Scipione (1904-1933) è lo pseudonimo di Gino Bonichi, scelto negli anni ’20 forse perchcopyright si sentiva profondamente romano pur essendo nato nelle Marche. Insieme a Mafai, alla Raphäel e a Mazzacurati, formò quella che Roberto Longhi definì Scuola di Via Cavour, sfociata poi, con altri artisti, in quella che è universalmente nota come Scuola romana.

Scipione, Cacciatori

Spinto da Mafai, nel 1924 si iscrive alla Scuola libera di nudo dell’Accademia di Belle Arti, benchè fin dall’adolescenza la sua vita risulti compromessa dalla malattia polmonare. Nel 1927 è costretto in sanatorio e la sua ansia di dipingere opere che siano più attuali, in contrapposizione all’accademismo imperante, lo porta a continuare sulla strada della pittura, dipingendo quasi con frenesia, presagendo, forse, che non avrebbe avuto il tempo necessario per imporre la grande svolta che la sua arte esigeva.

Scipione, La Piovra

Di questo periodo sono tra gli altri in mostra, l’interessante Autoritratto del 1927-29, La Leda del 1928 di collezione privata, Cacciatori, il Ritratto di Signora e La Piovra del 1929, anno nel quale partecipa alla collettiva con altri artisti come: Bandinelli, Mafai e Spadini a Palazzo Doria con la sola opera “Contemplazione”.

Scipione, Natura morta

Nello stesso anno partecipa alla Prima mostra del Sindacato fascista degli Artisti a Palazzo delle Esposizioni, e Roberto Longhi lo annovera nel gruppo degli espressionisti contemporanei parlando per la prima volta di Scuola di via Cavour. In effetti è con la tela “Il risveglio della bionda sirena”, ispiratogli da un sogno della Raphäel, che l’artista prende il grande slancio, passando da quello che fu il realismo magico, all’espressionismo visionario, che lo porta a divenire il promotore della vera svolta nell’arte moderna.

Scipione, Nudi a Ponte Sant'Angelo

Nel 1930 dopo la partecipazione alla Biennale di Venezia, c’è la sua prima importante personale dal titolo “Scipione e Mafai”, nel quale presenta per la prima volta una ventina di pezzi, creando un vero choc nel mondo artistico, sostenuto però dai critici più illuminati come: Biancale, Trombadori, Oppo e Guzzi.

Scipione, Piazza Navona

In mostra ci sono alcune di queste opere, tra le quali: Gli uomini che si voltano, Piazza Navona, Il principe cattolico, Il Cardinale Vannutelli sul letto di morte. Nel 1931 alla I Quadriennale romana presenta le tre opere che sono in mostra: La via che porta a San Pietro, Scena apocalittica e Ritratto, ma solo un critico si sofferma sulle sue tele: Nino Bertocchi.

Scipione, Ritratto del cardinale decano

Sempre di questo periodo sono: le due Nature morte, La testa del Cardinal decano e il Cardinal decano, simboli del potere che domina l’animo della città.

Scipione, Ritratto di ragazza

Bellissimi tutti i disegni, tra i quali vanno citati: Flagellazione del 1929, Nuda del 1930, Foro Traiano , Ermafrodito del 1931, Ritratto
di Ungaretti e Nudo di schiena.

Scipione, Ritratto di Signora

Dopo la fondazione della rivista Fronte con Mazzacurati, la malattia lo riprende ed è costretto in sanatorio nel trentino, dove muore nel 1933, a soli ventinove anni. Due suoi pezzi vengono presentati all’estero, una a Baltimora nel 1931 “Apocalisse” e l’altra nel 1932 a ParigiPaysage”.
E’ importante che ci sia stata questa mostra a ricordo, anche se l’esiguità della sua opera non ne consente la giusta diffusione.
Emilia Dodi

Foto del Maestro Gino Bonichi  (Scipione)