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Tre artisti marchigiani del ‘900 Scipione, Licini, Cucchi

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Tre artisti marchigiani
del Millenovecento
Scipione, Licini, Cucchi

La mostra al Centro Arti Visive Pescheria di Pesaro accomuna tre artisti del ‘900 di origine marchigiana: Scipione, Licini e Cucchi. Curata da Francesca Morelli, Federica Pirani e Ludovico Pratesi, l’esposizione intende indagare le affinità stilistiche e espressive dei tre artisti. Il catalogo, introdotto da una saggio di Maria Teresa Benedetti, è edito da Skira.
Dodi Emilia

Scipione - Il Cardinale, 1932
Courtesy Fondazione Cassa di Risparmio-Museo Palazzo Ricci, Macerata
 

a

I tre curatori con quest’esposizione hanno inteso mettere a confronto tre artisti di varie tendenze che nelle loro origini hanno comunque un tratto in comune, quello di proiettarsi lontano e vivere l’arte con fantasia.

Scipione - Collepardo (Il paese delle baie), 1929
Courtesy Fondazione Cassa di Risparmio-Museo Palazzo Ricci, Macerata

 

Per coerenza temporale, si inizia con la sezione dedicata a Scipione ( Gino Bonichi 1904-1933) che nel 2007 ha avuto una bella mostra a Roma, fondatore con Mafai, la Raphael e Mazzacurati della Scuola di Via Cavour, che il Longhi definì “ espressionista contemporaneo”, morto nel 1933 di tisi, che fu certamente un visionario, di cui in mostra c’è un pezzo inedito Profeta in vista di Gerusalemme del 1930, nonché il suo Autoritratto, la tela Il Colosseo, e Eva (scena apocalittica).

Scipione - Eva (Scena apocalittica), 1930
Courtesy Fondazione Cassa di Risparmio-Museo Palazzo Ricci, Macerata

Osvaldo Licini,  (1894-1958) che nel 1917 frequentò a Parigi Derain, Modì, Cendrars e Picasso, artista dalla brillante cromia, fu colui che più amò la sua terra, fantasioso, ribelle, si isolò creando immagini fantastiche di un astrattismo lirico-costruttivo.

Licini - Amalasunta occhio giallo, 1950
Courtesy Mart, Museo di Arte Moderna e Contemporanea di Trento e Rovereto
 

Bellissima la sua opera prestata dal Mart, Amalasunta occhio giallo del 1950 (foto 3-1) e La sera della GAM di Torino, sempre del 1950, nonché Amalasunta con trombetta su fondo giallo del 1949. La sezione dedicata a Enzo Cucchi, artista nato nel 1949, che iniziò come poeta, accostandosi alla pittura come autodidatta, di matrice neoespressionista, protagonista della corrente Transavanguardia, si può dire che il suo spiritualismo a volte assumeva toni drammatici, con indirizzo apocalittico e profetico.

Licini - La sera (grande), 1950 ca
Courtesy GAM-Galleria d'Arte Moderna e Contemporanea, Torino

Di quest’artista il suo essere marchigiano si può evincere dal Paesaggio Barbaro del 1983, da Carro di fuoco del 1981 e Quadro Minore Marchigiano del 1979.

Cucchi - Carro di fuoco, 1981
Courtesy Collezione d'Ercole, Roma

 

Sezione curata da Ludovico Pratesi.
Come ben scritto da Ludovico Pratesi, Pesaro risulta essere il luogo-nodo per l’incontro tra tre artisti nati in questa splendida regione.
Emilia Dodi

Cucchi - Quadro minore marchigiano, 1979
Courtesy Collezione d'Ercole, Roma