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L’arte di Michele Cascella

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L’arte di Michele Cascella

Al Museo Michetti di Francavilla al Mare, c’è la mostra di Michele Cascella, noto artista novecentesco, con 80 e più opere, curata da Vittorio Sgarbi. I pezzi partono dagli esordi per arrivare al 1987, anno della sua morte. Catalogo Skira.
Savina Fermi

Michele Cascella a Portofino  

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La gioia di vivere, sottotitolo dell’esposizione, ben si addice alle opere di questo maestro del ‘900 che sono intrise di colore e comunicano un’assoluta serenità. (1-1 foto ) Michele Cascella, artista noto e amato negli anni pre e dopoguerra, nell’ultimo periodo del ‘900 era stato messo in disparte perché considerato troppo comprensibile,  quindi non celebrale, come se per essere un valido pittore si dovesse sempre considerare l’arte come un tormento.
Michele Cascella - Il ciliegio, pastello su carta, cm 48x58, 1907.  
Nato nel 1892 in provincia di Chieti, fu allievo del padre Basilio e con il fratello Tommaso tenne la sua prima esposizione a Milano nel 1907 e nel 1909 a Parigi. Dopo la prima guerra mondiale,alla quale partecipò, la sua pittura si sviluppò tra il post-impressionismo e il divisionismo, sempre però mantenendo un colorismo di effetto. Dal 1924 al 1942 partecipò a tutte le Biennali veneziane, divenendo  uno dei più importanti paesaggisti italiani e esponendo tra il 1931 e il 1933 a Parigi, Londra e Bruxelles. A Parigi ottenne anche la medaglia d’oro all’Esposizione Universale del 1937.
Michele Cascella - Portofino, tempera e china su carta, cm 74x110, 1940

Tra il 1945 e il 1948, nel pieno della disputa tra figurazione e astrattismo, il maestro espose all’estero, mentre Lugano gli dedicò la sua prima retrospettiva e fino agli anni ’70 fu celebrato in tutto il mondo. Anche in Italia, in sedi istituzionali, ebbe importanti antologiche. Cascella morì a Milano nel 1987.

Michele Cascella - La giacca rossa, olio su tela, cm 34x62, 1918  

L’esposizione inizia con le opere giovanili tra le quali Paesaggio con figure del 1907 e Il ciliegio del 1908, pezzi che uniscono il postimpressionismo al simbolismo, ma dopo il 1916 Cascella subì l’influenza del cosiddetto ritorno all’ordine e il suo colore vivissimo, si unì ad un maggiore equilibrio nel disegno, come nell’olio La giacca rossa continuando sulla linea del paesaggismo, il maestro tra gli anni ’20 e la fine del ’30, ebbe una grandissima fortuna soprattutto per essere coerente ad una certa linea, conservando la brillante cromia, come nella tempera Zinnie del 1938.

Michele Cascella - Zinnie, tempera su carta, cm 74x110, 1938

Negli anni del dopoguerra quando si accentuò l’intellettualismo nell’arte, Cascella conservò il suo stile, come ben si può notare nella Marina Ligure degli anni ’50.
Dei suoi viaggio all’estero, tra gli altri,è in mostra la tela By Bridge San Francisco del 1964.

Michele Cascella - Marina Ligure, tempera su carta, cm 70x100, anni ’50  

In seguito il maestro estraniandosi dalle varie correnti, continuò a creare pezzi “più facili” che si rifacevano a quanto dipinto in precedenza, con cromia sempre vivace ma dal tratto più asciutto, opere molto amate dal pubblico che non era ancora pronto a quello che oggi s’intende per contemporaneo.

Michele Cascella - Bridge San Francisco, olio su tela, cm 76x126, 1964

La freschezza del disegno e del colore, nonché la semplicità delle sue belle nature, danno di quest’artista la sensazione di poter essere sempre risconoscibile.
Savina Fermi

Michele Cascella - Buongiorno Dori, olio su tela, cm 99x134, 1968