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I vincitori del festival di Montreal edizione 2008

Quest’anno per la prima volta al 32° Festival dei Film del Mondo il giudizio del pubblico ha coinciso con quello della giuria e tutto sommato anche con quello della stampa e degli addetti ai lavori. Ma andiamo con ordine cominciando dai premi del pubblico, l’Award per il miglior film è andato a Ce qu’il faut pour vivre di Benoit Pilon di cui avevamo già parlato e che ha conquistato anche il premio per il miglior film canadese ed il Gran Premio della giuria internazionale.
Mariangiola Castrovilli

   

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Il Glauber Rocha Award per il miglior film latino americano è andato a No miras para abajo di Eliseo Subirla, al regista indiano Rajes S. Jala il riconoscimento per il miglior documentario con il suo commovente Children of the Pyre e che, emozionantissimo ritirando il premio ha commentato che il suo fare cinema è piuttosto una missione per aiutare questi bambini sfortunati, mentre il divertente The Necktie di Jean Francois Lévesque ha conquistato il premio per il miglior corto canadese non solo del pubblico ma anche il primo premio per i corti della Giuria internazionale.
Eliseo Subirla  

La giuria degli Zeniths per la migliore opera prima presieduta da Pierre Henri Deleau, uno dei più importanti uomini di cinema francesi, e dai canadesi Denis Herouux produttore e da Armand Lafond regista, ha attribuito lo Zenith di bronzo al bel film turco già vincitore del festival d’Istanbul Summer Books di Seyfi Teoman, quello d’argento all’interessante film tedesco Welstadt di Christian Klandt e quello d’oro a For a Moment, Freedom di Arash T. Riahi che ha riscosso un lunghissimo applauso.

Christian Klandt 

E veniamo ai premi che hanno tenuto col cuore in sospeso per 11 giorni numerosi attori, registi e sceneggiatori.

The Neck Tie  

Allora la giuria internazionale presieduta del regista americano Mark Rydell, dall’attrice francese Evelyne Bouix e dai registi Xie Fei(cinese), Vojtech Jasny (ceco) e dallo scrittore regista haitiano-canadese Dany Laferrière ha attribuito il Grand Prix Des Ameriques allo splendido film del giapponese Yojiro Tacita Departures di cui abbiamo già parlato, mentre il riconoscimento per il miglior regista è andato a The Tour del serbo Goran Markovic che ha portato a casa anche il premio della critica internazionale FIPRESCI.

Una sequenza del film "Departures"
Ritirando il premio Markovic ha detto “spero di aver filtrato e mescolato tutto il dolore della nostra guerra con un umorismo sorridente”. Migliore attrice Barbara Sukova per la sua forte interpretazione di Martha in The Invention of the Curried Sausage di Ulla Wagner, migliore attore invece Eri Canete in Il viaggio di Teo del messicano Walter Doehner.
Barbara Sukowa   

 Un ex aequo per l’award per la migliore sceneggiatura, che salomonicamente è stato diviso tra Welcome to Farewell-Gutman degli spagnoli Xavi Puebla e Jesus Gil e dai giapponesi Riyoichi Kimizuka e Satoshi Suzuki per il loro interessante Nobody to watch over me.

Una sequenza del film "Welcome to Farewell" 

Dopo i premi la proiezione di Home, un film che esce da tutti gli schemi, che la regista svizzera francese Ursula Meier, strizzando l’occhio a De Palma, Pialat e perché no ad Antonioni si è divertita a fare con un’ Isabelle Huppert splendidamente in parte.
Mariangiola Castrovilli

Una sequenza del film  "Home"