La “creazione mussoliniana” dei Fori Imperiali a Roma
In mostra a Palazzo Caffarelli in Campidoglio, la documentazione delle demolizioni e degli scavi che dal 1924 al 1940, hanno messo in luce i cosiddetti “Fori Imperiali”, con molte foto d’epoca, reperti, tele e soprattutto interessanti acquarelli d’epoca. L’esposizione resterà visibile fino al 23 novembre 2008. Catalogo Palombi editore. Emilia Dodi
Giulio Farnese - Demolizioni in Via Alessandrina, 1933 grafite e acquerello, mm 555 x 395 Roma, Museo di Roma
L’allora capo del Governo, Benito Mussolini, avendo deciso di celebrarsi, volle che a tempo di record, venissero portati alla luce il Foro di Cesare, quello di Augusto, quello di Traiano con i mercati e quello di Nerva, alcuni inglobati in edifici medievali e cinquecenteschi, che dovevano essere attraversati da un grande viale, a sua gloria.
Fotografo non identificato - Demolizioni per l’isolamento del foro di Augusto, ottobre 1930 gelatina bromuro d’argento, mm 196 x 255 Roma, Museo di Roma - Archivio Fotografico Comunale
Parlando senza polemiche, l’idea non era malvagia, ma la fretta costrinse gli archeologi non solo a una grande fatica, ma alla mancanza di conservare al meglio, quanto di medievale e cinquecentesco c’era, e che ora è visibile soltanto tramite le foto d’epoca e molti acquarelli.
Filippo Reale (Roma 1878-1962) - Elementi architettonici recuperati durante i lavori per la soppressione di via Bonella, 1927 gelatina bromuro d’argento, mm 176 x 238 Roma, Museo di Roma - Archivio Fotografico Comunale
La mostra al III piano di Palazzo Caffarelli, li fa conoscere con dovizia di foto dell’Archivio Comunale, non solo di grandi firme come quelle di Cesare Faraglia e Filippo Reale, ma di sconosciuti, che sono state scelte tra le 7000 visionate. Bellissimi gli acquarelli eseguiti soprattutto da due artiste Marina Barosso e Lucia Hoffmann, che hanno documentato con grande bravura, sia i momenti precedenti le demolizioni, che i lavori in corso d’opera di ogni Foro.
Filippo Reale (Roma 1878 – 1962) - Loggia della casa dei Cavalieri di Rodi e torre delle Milizie, 1928-1929 ca. gelatina bromuro d’argento, mm. 195 x 257 Roma, Museo di Roma - Archivio Fotografico Comunale
Il Foro di Augusto del 2 a. C., il primo ad essere scavato, è documentato da molte foto tra le quali quella dei Capitelli del Tempio di Marte Ultore e da reperti marmorei come la testa di Athena, rinvenuta nella Cloaga massima, nonché dall’acquarello di Giulio Farnese delle Demolizioni di viaAlessandrina e dai due affreschi staccati, provenienti dalla distrutta Chiesa di SS.Maria Annunziata.
Cesare Faraglia, attr. (attivo a Roma dal 1910 ca.) - Capitelli del tempio di Marte Ultore, 1931 gelatina bromuro d’argento, mm 255 x 200 Roma, Museo di Roma - Archivio Fotografico Comunale
I grandi scavi dei Mercati traianei e del Foro di Traiano, i più vasti, edificati tra il 107 e il 113 d.C. scavati dal 1929 al 1932, sono quelli che hanno subito il maggior smantellamento nelle strade che oggi non esistono più, con le chiese di San Lorenzo ai Monti e Sant’Urbano al Pantano. Da quest’ultima proviene l’affresco staccato della Samaritana al pozzo, esposto in mostra. Qui la documentazione è ampia, non solo fotograficamente, ma tramite gli acquarelli di Maria Barosso e Lucia Hoffmann. Bello a documentazione l’olio di uno dei protagonisti della Scuola romana, Mario Mafai.
Mario Mafai - Case al Foro Traiano, 1930 olio su tavola, cm 40,1 x 50,2 Roma, Galleria Comunale d’Arte Moderna e Contemporanea
Durante gli scavi di via Alessandrina è stato reperito un tesoro inmonete d’oro e gioielli, monete esposte in parte in una teca. Per il Foro di Cesare edificato nel 46 a.C. che venne febbrilmente scavato nei primi anni ’30, c’è la foto del Trasporto della suaenorme statua e di Maria Barosso gli acquarelli del Convento di Sant’Adriano e delle case di via Cremona.
Fotografo non identificato - Trasporto della statua di Giulio Cesare all’interno del foro, aprile 1932 gelatina bromuro d’argento, mm 195 x 255 Roma, Museo di Roma - Archivio Fotografico Comunale
Del Foro di Nerva creato nel 97 d.C. che chiude l’esposizione, nel 1933 le “colonnacce” inglobate nelle costruzioni furono riportate al piano originario. Qui oltre a molte foto, ci sono gli splendidi acquarelli delle due pittrici e l’olio di Tina Tommasini, nonché le due lunette in marmo raffiguranti due cherubini provenienti dalla facciata di Santa Maria in Macellum Martyrum del XVI secolo e la grande testa di Giove in marmo bianco. Mostra interessante ed esplicativa. Emilia Dodi
Testa di divinità, verosimilmente Giove Rinvenuta nel 1940; già Antiquarium n. 3826 Altezza cm 27,5; marmo bianco a grana fine Musei Capitolini, Palazzo Nuovo, Magazzino sculture