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I “temi forti” al centro del Festival di Montreal

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I “temi forti” al centro
del Festival di Montreal

Le relazioni interpersonali, il malessere di vivere, la malattia, la morte ed il …dopo sono i temi cinematografici attorno a cui si dipana  questa 32° edizione del Festival dei Film del Mondo di Montreal, che denotano, a tutte le latitudini, una maggior attenzione per valori più importanti nella vita sempre più congestionata degli esseri umani. In un’epoca di consumismo sfrenato in cui tutto si brucia con la velocità della luce, ecco tornare la riflessione su cose che indistintamente tormentano un po’ tutti.
Mariangiola Castrovilli

Serata inaugurale del Festival dei Film del Mondo di Montreal  

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Paure vere o presunte, dolore, abbandoni, disperazione, sconforto,  ma anche voglia di lottare e di riemergere per cercare, dove è possibile, differenti soluzioni. Come nel delicatissimo e commovente Okuribito (Departs) in cui il giapponese Yojiro Takita racconta la preparazione fisica per il grande viaggio. Un mestiere, quello di ‘preparatore’ che l’ex violoncellista Daigo dopo un comprensibile iniziale disagio impara ad apprezzare, perché proprio attraverso il contatto quotidiano con la morte ci si può render conto dell’importanza della vita.

Logo della manifestazione   

Ancora un tema universale quello della malattia e della perdita delle radici nel bel film canadese di Benoit Pilon Ce qu’il faut faire pour vivre , in cui Tivii, il bravissimo Natar Ungalaaq interpreta un cacciatore Inuit che negli anni ‘50 viene trasportato in un ospedale del Quebec perché malato di tubercolosi.

Locandina del film "Ce qu’il faut faire pour vivre"

Ormai sradicato e separato dai suoi cari oltre alle conseguenze della malattia deve affrontare anche un modo di vivere che non conosce e cercare di esprimersi in una lingua totalmente sconosciuta. Disperato decide di lasciarsi morire, ma Carole, l’infermiera che ha capito la profondità della sua devastante solitudine in un mondo che sente estraneo, l’aiuterà a vincere la sua battaglia per la vita.

Sequenza del film "Okuribito" (Departes)  

Anche Giuliano Montaldo, Marco Tullio Giordana, Fabiomassimo Lozzi e Luca Lucini presenti rispettivamente al festival con I demoni di San Pietroburgo, Sangue pazzo, Altromondo e Amore bugie e calcetto affrontano temi più consistenti.

 Sequenza del film "Okuribito" (Departes)

Montaldo in questo suo lavoro offre un appassionante ritratto della vita di Fëdor Dostoevskij riflettendo con passione su intolleranza, fanatismi e cattivi maestri mentre rievoca i demoni della coscienza di un uomo diviso tra impegno rivoluzionario e dubbio, tormentato dal passato e dal desiderio di arrivare al cuore del mistero umano.

Locandina del film "I demoni di Sanpietroburgo"   

Fabiomassimo Lozzi nel suo Altromondo ci trasporta in un viaggio molto personale attraverso l’omosessualità maschile in un coloratissimo caleidoscopio polifonico che vuole accennare alla diversità di voci e di esperienze omosessuali, riflettendo senza ipocrisie né pudori le variegate e multidimensionali realtà sommerse di un mondo ancora poco conosciuto ed esplorato.

Locandina del film "Altromondo" 

Luca Lucini invece nel suo Amore, bugie e calcetto manda in campo sette amici che provano ad applicare nella vita gli stessi schemi di gioco e a sostenere i medesimi ruoli.

Sequenza del film "Amore, bugie e calcetto" 

 

Ma cosa succede quando un imprevisto o un fallo possono cambiare la partita non si può sapere in anticipo per cui ecco i nostri sette uomini, dilettanti del pallone, costretti a giocarla di nuovo con umiltà e rispetto.

Sequenza del fim "Altromondo" 

Sanguepazzo di Giordana, di cui abbiamo parlato da Cannes, è, come ricorderete la drammatica storia di due attori fascisti che si convertono ai partigiani cinque giorni prima della liberazione in Italia.
Mariangiola Castrovilli

Sequenza del film "Sanguepazzo"