A Serravezza nel Palazzo Mediceo, dal 5 luglio al 12 ottobre 2008, c’è un’altra interessante esposizione dedicata al grande fiume toscano, ai paesaggi e alle vedute, dal ‘600 ai primi del ‘900. Curata da Enrico Dei, presenta più di 70 oli e una quindicina di grafiche. Savina Fermi
Angiolo Tommasi - Sull'Arno
Dopo il successo dell’esposizione del 2007 dedicata alle Apuane, ora è la volta delle vedute e dei paesaggi dell’Arno, fiume cantato da poeti e dipinto da artisti. Le opere partono dal ‘600 con il paesaggista Filippo Napoletano e con altri autori come il Vanvitelli con la Veduta di Firenze dalPignone del 1694 e Pandolfo Reschi con la Veduta dell’Arno dallecascine.
Pandolfo Reschi - Veduta dell'Arno alle cascine
Nel ‘700 furono Giuseppe Maria Terreni, Thomas Pach e Giuseppe Gherardi che interpretarono l’Arno attraverso le vedute e i giochi sul fiume.
Thomas Petch - Veduta di firenze dal ponte
E’ dopo la metà dell’800, con i pittori macchiaioli, che è il periodo nel quale il fiume è stato più rappresentato, non solo come veduta, ma per il lavoro che sulla riva si compiva, come Le capre al pascolosul greto dell’Arno di Ludovico Tommasi.
Ludovico Tomma Capre -Pascolo sul greto dell' Arno
Tutti i grandi macchiaioli hanno amato e rappresentato questa via fluviale: Telemaco Signorini, Niccolò Cannucci, Antonio Fontanesi,Giovanni Fattori, Nino Costa, Odoardo Borrani, Egisto Ferroni, Lorenzo Viani, Luigi Gioli, AchilleLega e altri tutti qui rappresentati, hanno consegnato ai posteri diverse testimonianze del fiume e della vita che si svolgeva sulla riva.
Nicccolò Cannicci - Bilance a Bocca d'Arno
Altri artisti in seguito ne hanno tratto ispirazione come fece Galileo Chini con l’opera in mostra, intitolata Lento scorre l’Arno, di collezione privata. Tutte le tele sono molto interessanti, molte poco note al grande pubblico perché di proprietà privata, rendono la visita a Serravezza particolarmente valida e, perché no, istruttiva per una migliore conoscenza di questi artisti.