La seconda mostra al Castello del Buonconsiglio di Trento è dedicata alla grafica europea e in particolare a Rembrandt. Resterà aperta anch’essa fino al 2 novembre 2008. E’ curata dal direttore dell’Istituto Olandese di Storia dell’Arte diFirenze, prof. Bert W. Meijer e dalle dott.sse Paola Cassinelli e Francesca de Gramatica.
Savina Fermi

E’ inutile sottolineare l’importanza della grafica di Rembrandt, colui che dal 1628 al 1661, fu il più grande incisore dell’epoca. Il Castello del Buonconsiglio possiede un’importantissima selezione di opere di quest’artista che fu donata al Municipio di Trento, nel 1924, facente parte della Collezione Nazari Turco Menz, che comprende ben 39 pezzi importanti, nonché 26 opere di grafica di celebri artisti italiani e fiamminghi, con pezzi che arrivano alla metà dell’800, e di alcuni artisti collezionati dallo stesso Rembrandt, come Antonio Tempesta con l’opera Ritorno dalla Caccia, il Grechetto con tre grafiche tra le quali Il Satiro, Jacob Joardens, J.Caillot e altri.

L’Istituto olandese di Storia dell’Arte di Firenze ha da tempo messo in opera il censimento della grafica del Maestro, che ha consentito di conoscere come ben sedici esemplari siano di prima tiratura con carte filigranate, come La morte della Vergine e l’Autoritratto del 1633.

Le successive tirature sono di anonimi del periodo e di celebri maestri incisori del ‘700 e ‘800. La mostra mette in evidenza, con opere che provengono anche dal Rijksmuseum di Amsterdam che ha prestato anche 4 acqueforti, dallo Staatliche Museum di Berlino e da collezioni private, come l’artista abbia con la grafica, visitato tutte le opere che altri avevano dipinto nel periodo, impiegando tecniche e mezzi molto più espressivi  rispetto ad altri, che gli hanno consentito particolari effetti chiaroscurali.

Ma la grafica del Buonconsiglio, ha tra le sue collezioni anche opere di altri grandi artisti come Rubens che è presente con una Deposizione, di N. De Brun, di Salvator Rosa, di  Sadeler , di A.Tempesta con Il ritorno dalla Caccia, di Ribera, di P.F.Bazan con il pezzo da Rembrandt, Autoritratto con berretto di velluto.  

Firenze ha concesso l’olio Autoritratto giovanile del 1639 circa, mentre il Mart , l’opera di Eugenio Prati, disegno e pastello su carta, del 1874.

La grafica, quando è praticata da nomi importanti, è di grande valore sia artistico, che da collezione e quella di Rembrandt è celeberrima. Una mostra interessante che ben si unisce a quella del Riccio.
Savina Fermi