Che dite, sta arrivando l’estate o….? Boh, direte voi, l’Italia è lunga e stretta, dipende dalle regioni….Vero certo, però questi continui mutamenti dal caldo asfissiante di certi giorni a 30/35gradi in cui toglieresti anche la pelle( quella tua però) che ti s’incolla al connettivo peggio di una ventosa per precipitare subito dopo tra lampi, tuoni e temporali a 11/12gradi creandoci non solo un disagio… tropicale ma un vero malessere fisico e mentale. Mariangiola Castrovilli
Si, perchè finora le famose due stagioni (inverno/ estate, le quattro ormai non esistono più da un pezzo), sono tutte presenti in mezzo ad una confusione poco allegra e molto ingombrante nei nostri poveri armadi, pieni zeppi di indumenti dal pareo alla giacca di lana, passando per il trench, capo irrinunciabile vista l’alternanza…metereologica.
Ed allora cosa pescare da metterci quando ancora lontani dalle vacanze, si continua a lavorare, per sentirci belle ed eleganti e soprattutto sempre a posto? Cominciamo col dire che le lunghezze rimangono facoltative, a patto di saper fare la giusta autocritica se la mamma non ci ha dotato di gambe…super. I pantaloni rimangono sempre un must, comodi, pratici, eleganti offrono una gran disinvoltura di movimenti, molto apprezzabile in certi casi.
Ma è l’abito intero il gran revival di questa stagione, toccasana contro tutti i problemi del pianeta, dalle guerre al petrolio che vola, dai mutui subprime al crollo del dollaro. Lo dice e lo conferma l’autorevole settimanale americano Newsweek che vede il vestito come la risposta alla crisi politico socio economica che sta invadendo gli States. E da New York a Washington, da Baltimora a San Francisco passando per Dallas e Filadelfia, le vetrine dei grandi magazzini non espongono niente altro che abiti interi, visto che non si vende altro.
Lo shopping modaiolo con il dollaro sottotraccia è in ribasso, e tutti sperano in un turismo fornito di euro.
Dopo i pantaloni come liberazione negli anni ’70 ed i jeans ormai consolidati nel guardaroba femminile dell’universo mondo, l’unico a tenere in questa prima decade del terzo millennio è proprio il vestito, da quello semplice a quello elegante, da quello sbarazzino a quello sexi per sedurre e conquistare ….
Vestito che si prende la rivincita sul tailleur grigio indossato come divisa dalle donne in carriera. Vestito che accarezzando il corpo è lì per confortarci e farci sentire donne, femminili e sensuali ma senza esagerare, senza infingimenti e senza fronzoli.
E gli stilisti, quelli di casa nostra cosa ne pensano del revival di questo capo? Per Lavinia Biagiotti, dotatissma figlia d’arte è senz’altro “la cifra della nostra casa, infatti l’abito che mamma disegnò quando mi aspettava alla fine degli anni ‘70 e conosciuto come ‘bambola’ avvalora la tesi del vestito che debba seguire le linee del corpo. Adesso poi in tempi sempre più difficili, pieni di importanti sfide e di grandi timori c’è più voglia di leggerezza, soprattutto per le donne che abbandonata l’aggrssività di un tempo, entrano oggi nelle stanze del potere con una consapevolezza molto più soft e.….femminile”. Mariangiola Castrovilli