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La Lupa e la Sfinge

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La Lupa e la Sfinge

L’antico legame tra Egitto e Roma, mai spento, è in mostra con molti reperti a Castel Sant’Angelo fino al 9 novembre 2008. Organizzata da Civita, curata da Manuela Gianandrea, Elisabetta Interdonato e Federica Papi, da un progetto di Eugenio Lo Sardo, ha il supporto dell’Accademia d’Egitto e un catalogo Electa.  
Emilia Dodi

Statua Magica Iv sec a.C. Granito nero, Torino  

a

La Lupa romana e la Sfinge egizia, sono identificative di un antico rapporto tra due civiltà che partendo da Augusto, quando l’Egitto divenne colonia romana, arriva come mito fino alla fine del ‘700. Del resto, sono innumerevoli gli obelischi che sussistono nella Capitale,  sotto il Campo Marzio ci sono i reperti del Tempio di Iside, verso le pendici del Quirinale c’è il Serapeo, luogo dedicato al culto del dio Serapide e a Piazza Vittorio ci sono due statue del dio Bes, per non parlare di Palestrina dove è il grande mosaico del Nilo e Villa Adriana a Tivoli dove l’imperatore fece costruire il Canopo che raffigura un braccio del delta del Nilo, per far comprendere quanto la civiltà egizia abbia influenzato Roma.

Iside, metà del II sec. d.C marmo, Museo Nazionale Romano  

Questo amore è poi divenuto fino al ‘700, non solo mito, ma anche esotismo. Così per l’esposizione, si è presa in considerazione la doppia iconografia egizia, cioè quella faraonica e quella tolemaica di derivazione greca, fino a quella romana con la vittoria di Azio. La mostra parte dal calco di Antinoo, il giovanetto amato da Adriano, reperto prestato dal Vaticano. Per la celebrazione della battaglia di Azio che portò a Roma tra i tesori, il primo obelisco, c’è in esposizione la Sacerdotessa isiaca della fine del I sec.d. e le raffigurazioni di Marcantonio e Cleopatra.

Statua del Nilo, dettaglio del volto, II sec d.C. marmo bianco,
Museo Archeologico di Villa Adriana

La statua di Osiride Chronacrator e la testa di sacerdote della metà del I secolo a.C. e il toro Apis del II sec, a.C. fanno bella mostra. Da Villa Adriana provengono le raffigurazioni del Nilo e del Tevere e per il periodo medievale prestato da Montecassino, è il bellissimo codice De Universo del 1023 e da Viterbo del 1515 è il testo I misteri degli Egizi del Giambico e di Pietro Valeriano , Hieroglyphica.

Osiride Chronocrator, Fine II sec d.C., marmo lunense,Museo
Naazionale Romano, Palazzo Altemps
 

Va detto che tutti i testi antichi davano dei geroglifici interpretazioni fantasiose in quanto il sistema fu compreso soltanto nel 1822 ad opera di J.F.Champollion.  A questo proposito di epoca cinquecentesca è il frammento di obelisco con false iscrizioni geroglifiche. La mitizzazione dell’egittologia ebbe influenza anche sulla grafica e la pittura, come si può notare nelle tele di Lavinia Fontana, di Nicolas Poussin e in quella del Garofalo. Molto interessanti nella II sala di Clemente VIII, i modelli lignei provenienti dal liceo Visconti di Roma, tra i quali quello lateranense e i frontespizi delle opere del gesuita A. Kirker che nel ‘600 si dedicò all’egittologia, scrivendo vari testi.

De Universo, Rabano Mauro- 1023 codice pergamanato Miniato,
Montecassino, Archivio dell'Abbazia

Tra i pezzi straordinari in esposizione, ci sono la Mensa Isiaca proveniente da Museo egizio di Torino che ritorna a Roma per la prima volta dopo il sacco del 1527, nonché la Statua Magica in basalto nero, che viene riunita per la prima volta, divisa com’è tra Torino e Firenze. Il ‘700 è documentato anche dalle incisioni del Piranesi dove si evince l’egittomania del periodo.

Sfinge della regina Hatshepsut XVIII dinastia(1479-1457
a.C.)granito grigio, Roma Museo Barracco
 

Straordinari i reperti provenienti dal Museo archeologico di Napoli, alcuni dei quali risalgono al 2700 a.C. della III dinastia faraonica, della collezione borgiana, e la Sfinge della regina Hatshepsut del 1479-1457 a.C.

Modello ligneo dell'Obelisco Lateranense, Roma, Museo della
didattica della Scienza

La mostra si chiude con tre tele di Tommaso Conca e due statue di Iside e Osiride prestate dal Louvre, di stile neoclassico. Un excursus che parla della civiltà egizia inserita in quella romana, fino ad arrivare al mito e alla mania. Certamente fu la civiltà italica quella maggiormente affascinata dall’Egitto, in quanto ben poco di romano resta in quel territorio.
Emilia Dodi

Iside, A.G.Grandjacquet - 1780 circa, marmo nero e alabastro,
Parigi,Museo del Louvre