Login | Guestbook | Immagini | Downloads | Mappa | 7 utenti on line
MENU

   Home
   Contattaci
   Chi Siamo
   Job oppurtunities


Rubriche

   Arte
   Cinema
   Eventi
   Libri
   Moda
   Mondomedi@
   Spettacolo
   Televisione
   Web Television


Pittori

   Galleria Digitale
   Giovani Promesse
   Maestri
   Nuovi Talenti


Archivio

   Archivio 2001- 2006


Multimedia

   Audio Interviste
   Video


 
Ritratto Barocco a Villa D’Este a Tivoli

Udskriv SidenStampa Send denne side til en venInvia ad un amico 


Ritratto Barocco. Ritratti del ‘600
e ‘700 nelle raccolte private

Dal 4 luglio al 2 novembre 2008, saranno in esposizione presso Villa d’Este a Tivoli, 37 opere raffiguranti papi, cardinali e principi provenienti da collezioni private italiane ed estere. La mostra, aperta con orario continuato dal martedì alla domenica e curata da Francesco Petrucci, è dedicata ai ritratti del Sei e Settecento con particolare interesse verso la ritrattistica di età barocca.  Catalogo De Luca Editore.
Vittoria Severini

   

a

Plinio racconta che la pittura “nacque dall’uso di contornare l’ombra umana con una linea”. L’origine del ritratto, di conseguenza, sembra essere consustanziale a quella della pittura. Contornando sul muro l’ombra del suo amato, la prima pittrice realizzò un simulacro fortemente somigliante all’originale…Le origini del ritratto potrebbero risalire, dunque, alla nascita della pittura, pur sottolineando che fino a Lisippo (370 a.C - 300 a.C.), il ritrattista di Alessandro Magno, le figure non avevano caratteri individuali o fisionomici ma tipologici: il re, il sacerdote, gli dei…

   

La tradizione ellenistica si inserì ben presto nel mondo artistico-culturale romano con capolavori di raffinata bellezza come il Marco Aurelio capitolino e l’Augusto di Prima Porta. Nel Medioevo, al problema della fedeltà naturalistica, prevalsero le esigenze simbolico-religiose e fu solo con l’avvento di Giotto (1267-1337) che ebbe inizio la genesi del ritratto nel senso più moderno del termine. Con l’Umanesimo “l’immagine” assunse una nuova entità attraverso la rinascita dell’uomo e del rinnovato rapporto col potere politico e religioso; inoltre la ritrattistica quattrocentesca sia in pittura sia in scultura, racchiuderà in embrione la problematica tra imitazione del vero e rappresentazione dell’ideale.

 

Il Rinascimento consacrò la tendenza ad idealizzare la figura celebrandola, commemorandola ed encomiandola in ogni suo grado e forma. Si riscoprì il ritratto allegorico sia diffondendo la moda del cosiddetto ritratto “nelle vesti di”, sia elevando il personaggio ad emblema di una realtà allusiva e metaforica.

   

Teatrale, scenico è il ritratto barocco: si tende a manifestare, a palesare ad ostentare quanto vi sia di nobile e di magnificente nel soggetto rappresentato con velate sfumature di idealizzazione.

 

Viceversa i toni appaiono più raffinati ed eleganti nelle raffigurazioni del Settecento anche se minuziosa è la resa dei costumi degli orpelli e degli apparati; sul finire del secolo, però, si inaugurò una ritrattistica più spoglia, più quotidiana, incentrata sul mondo reale.

   

Se nell’Ottocento lo sviluppo della fotografia depauperò il ritratto di alcune funzioni peculiari, d’altro ne favorì l’incremento soprattutto in contesti mitizzanti come la scultura funebre e la pittura celebrativa neoclassica.

 

Si dovrà attendere il Novecento perché il ritratto possa esprimere un’immagine soggettiva di individualità umana, la cui forma può essere distrutta ai fini di un’intensificazione psicologica.

   

La rassegna di Tivoli focalizza, però, l’attenzione del fruitore espressamente sul ritratto del XVII e XVIII secolo tra cui spiccano per interesse storico-artistico il Ritratto della contessa Ortensia Ianni Stelladi Ferdinand Vouet  (1639-1689) Ritratto di monsignor Francesco Chigi attribuito ad Agostino Masucci (1690-1768), l’Allegoria dei Sensi, con bambini di casa Muti Bussi di Sebastiano Ceccarini (1703-1783), il Ritratto del cardinal Bernardino Spadadel Guercino (1591-1666).

 

Ma solo dalle asserzioni del curatore, Francesco Petrucci, si comprende appieno il senso di questa kermesse quando afferma che nel campo del ritratto … “ il cardinale Bentivoglio di Van Dyck (Firenze, Palazzo Pitti), dipinto a Roma nel 1623, debba … essere considerato il primo vero ritratto barocco, nella sua commistione tra naturalismo e aulica esaltazione della figura.

   

l’aspirazione alla monumentalità e ad una superiore dignità, la fastosità dell’ambientazione con il teatrale ampio tendaggio, la colonna, le stoffe preziose e persino la brocca di fiori sul tavolo, il moto impresso dalla torsione laterale della figura alle vesti, fanno di questo capolavoro un modello per la ritrattistica cardinalizia successiva”.
Vittoria Severini