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Einstein

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Un Einstein molto divertito del ruolo

E’ Vincenzo Amato che, diretto da Liliana Cavani, si è molto divertito ad interpretare il ruolo dello scienziato Einstein, nella miniserie omonima in due puntate che Raiuno trasmetterà tra fine ottobre ed i primi di novembre. La produzione è Ciao Ragazzi di Claudia Mori.
Giancarlo Leone

   

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Grande risalto ieri, quarta giornata di RomaFictionFest, per la miniserie in due puntate, Einstein, prodotta da Ciao Ragazzi di Claudia Mori – già reduce del successo della fiction sempre da lei prodotta con RaiFiction sulla vita di Rino Gaetano, Ma il cielo è sempre più blu - che andrà in onda su Raiuno tra la fine di ottobre ed i primi di novembre. Una grande regista, un grande attore per un film per la televisione ed il cinema.

   

Liliana Cavani ha sempre amato i grandi uomini; noti sono i suoi precedenti film, San Francesco d’Assisi, Galilei, De Gasperi. Ed ora Einstein, grande e popolare scienziato, padre della teoria della relatività, premiato con il Nobel per la Fisica nel 1921. In questo non facile ruolo si è ben compenetrato l’attore Vincenzo Amato, che ultimamente abbiamo potuto ammirare nel film di Emanuele Crialese, Nuovomondo.

 

La conferenza stampa di ieri ha visto protagonisti la stessa regista Liliana Cavani, il protagonista Vincenzo Amato, Maya Sansa, che nella miniserie interpreta sua moglie Mileva, Andrea Ferreol, nel ruolo della madre di Einstein, Pauline Kock, Giorgio Lupano, nel ruolo di Marcel Grossmann, la produttrice Claudia Mori, gli sceneggiatori e, addirittura, Fabrizio Del Noce, direttore di Raiuno, mai intervenuto prima a nessun altra conferenza.

   

Visum ha intervistato Vincenzo Amato.

Amato come è entrato nel personaggio di Einstein?

Ho trovato una produzione tutta al femminile. All’inizio avevo paura del mio personaggio ma dopo aver chiacchierato con Liliana, mi sono incuriosito. Ho scoperto che Einstein – spiega - aveva una grande curiosità, quella che mi ha spinto ad interpretarlo. Ne viene fuori una storia che non raffigura un titan,o ma il racconto della vita di un uomo”.

Ha dovuto passare molte ore al trucco per diventare lo scienziato della teoria della relatività?

Un po’ mi hanno aiutato il truccatore Manlio Rocchetti e poi anche i parrucchieri. Poi io stesso ho dato vita al corpo di Einstein rendendolo buffo ed un po’ trascurato, ma al tempo stesso esprimeva spavalderia e forza del suo pensiero”.

 

 

Nella fiction vediamo l’intreccio tra il privato ed il pubblico dello scienziato. Chi era l’uomo Einstein?
Sicuramente un uomo simpatico, curioso, affascinato da tutto quello che lo circondava, ma anche tormentato da sue personali ‘visioni’ visto che sapeva osservare e capire le forze della natura come fosse un mistico. Per certe cose – dice - ha anticipato i tempi, era avanti come mentalità”.

   

Si sa che Liliana Cavani è una grande regista. Come si è trovato a lavorare con lei?
Benissimo. Meglio di così non poteva andare. Da lei ho imparato tanto, mi sono divertito avendo trovato una compagna di giochi. Liliana è un’artista serissima – sottolinea - che si batte fino all’ultimo per ogni scelta giusta, per ogni piccola verità, sempre pronta ad ascoltare e a divertirsi. Mi piacciono il suo gusto e la sua voglia di intrattenere il pubblico”.
Giancarlo Leone