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Agostino Tassi, “mascalzone” ma vero artista

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Agostino Tassi, un paesaggista
tra immaginario e realtà

Palazzo di Venezia che da tempo è deputato alle mostre sul ‘600, questa volta ha deciso di dedicarne una a Agostino Tassi (1578-1644) più noto come lo “stupratore di Artemisia Gentileschi”, che per le sue pur valide opere. Con 30 pezzi certi, si potrà conoscere l’artista nelle sale Barbo, fino al 21 settembre 2008. Curatrice è Paola Cavazzini con catalogo Iride per il Terzo Millennio.
Emilia Dodi

 Agostino Tassi - Festa di Calendimaggio in Campidoglio 1611 olio su tela, cm 112 x 156,
Firenze, collezione privata
 

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Più noto per le sue vicende biografiche, Agostino Tassi, certamente mascalzone, fu però considerato sotto tre pontificati, abile autore di architetture illusionistiche e prese parte, tra l’altro, con Paul Bril e Guido Reni alla decorazione di Palazzo Borghese, agli affreschi della Sala regia del Quirinale e con il Guercino a quelli di Palazzo Lancillotti.
Fu grande creatore di paesaggi, ma la sua vita sopra le righe e il far lavorare al suo posto gli allievi, ha costretto gli studiosi a un’attenta scrematura e quindi la mostra presenta solo 30 opere certe.

Agostino Tassi - Marina con personaggi intorno a un fuoco (Gli Argonauti) 1617-1618
olio su tela, cm 99 x 134, Roma, collezione privata, prov.: collezione Busiri Vici 
 

E’ un artista non catalogabile in quanto non si può dire manierista, non barocco, né classico, decisamente fuori da tutte le etichette, pur con molte influenze, ha uno stile del tutto personale. Pittore originale fu colui che recepì la grande idea del primo Seicento, dove il paesaggio non fece più da sfondo alla figurazione, ma divenne protagonista, mentre le figure furono solo un pretesto.

Agostino Tassi -  Imbarco della Regina di Saba 1617 olio su tela, cm 98 x 136, Roma, collezione privata

Naturalmente la sua commistione sciagurata tra vita e arte, lo fece dimenticare già alla fine del ‘600, per cui a parte gli affreschi, non è stato facile reperire le opere da esporre che provengono da gallerie private e da collezionisti e molte sono inedite.
La tela prestata dal Museo civico di Prato è la celebrazione di tutta la sua vita.

Agostino Tassi - Marina con personaggi intorno a un fuoco (Gli Argonauti) 1617-1618
olio su tela, cm 99 x 134, Roma, collezione privata, prov.: collezione Busiri Vici  
 

Particolarmente belli i quadri di paesaggi marini tra i quali quelli prestati dal Monte dei Paschi i di Siena, Cavalieri e pescatori sulla riva, nonché Paesaggio con Nave alla fonda, che sono una scena quasi speculare e parlano del lavoro dei pescatori, cosa non rappresentata al suo tempo, di derivazione da Paul Bril e da Annibale Carracci.

Agostino Tassi -  Scena costiera con pescatori 1622 olio su tela, cm 96 x 113, Napoli, collezione privata

Bella la tela Naufragio del 1621-22, dove nel mare furioso la dimensione tragica è attenuata dal bianco della spuma dei flutti, e molto interessante Pesca dei coralli, dove il paesaggio è certamente preponderante.

Agostino Tassi - Pesca dei Coralli 1623
olio su tela, cm 94 x 131, Roma, collezione privata 
 

Ma notevoli sono anche le tele di prospettiva architettonica come Capriccio del 1629-30 e Veduta del Campidoglio dove sono evidenti sia le analogie, che le differenze con quella del Calendimaggio, dipinta vent’anni prima. In Incendio notturno di una città, che proviene da collezione privata francese, si notano le figure allegoriche, però non identificabili, se non un putto sulla tela a sinistra in alto, che porta in mano il giglio farnese.

Agostino Tassi -  Incendio notturno di una città 1637-1638 olio su tela, cm 63 x 99,5, Parigi, Galerie Canesso, prov.: Francia, collezione privata

Belli due ottagoni, l’uno dedicato alla Fuga in Egitto e l’altro con Giunone scatena i venti contro la flotta di Enea. Sono due soggetti, l’uno religioso e l’altro epico, che si completano, come avveniva nei dipinti fiamminghi dell’epoca. La mostra è presentata in tre sezioni, la prima dove l’influenza del Bril è evidente, la seconda riferita al periodo nel quale l’artista è influenzato dall’opera di Adam Elsheiner e infine dopo il 1630 quando è evidente il richiamo al giovane Poussin. Agostino Tassi fu il grande mediatore tra la pittura di paesaggio nordica e quella nostrana.
Emilia Dodi

Agostino Tassi -  Il Ritorno di Agrippina con le ceneri di Germanico 1636-1637
olio su tela, cm 117 x 183, Parigi, Galerie Jean Pierre Gros