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Alejandro Kokocinski, Angoscia e incanto

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Alejandro Kokocinski,
Angoscia e incanto

Nella sala regia del Palazzo di Venezia fino al 27 luglio 2008, c’è l’esposizione di Alejandro Kokocinski, artista di grande talento. Come omaggio di amicizia e arte è in mostra un trittico di Alberto Sughi. Presentata da Claudio Strinati, ha un catalogo Giunti.
Emilia Dodi

Alejandro Kokocinski – Liberi dalla schiavitù delle parole, vetroresina e rame su tavola, esposta a Tarquina nella Chiesa di Santo spirito  

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Alejandro Kokocinski, nato in Italia e cittadino del mondo, è un artista autentico. I suoi riferimenti ai maestri classici, soprattutto al Goya, non gli impediscono di essere profondamente contemporaneo e nella sua contemporaneità si misura, in quest’esposizione, con la classicità e i miti greci, mediante grandi tele e belle sculture. Così i miti di Ganimede, Medea, Prometeo, Amore e Psiche e Andromeda, l’artista li evidenzia nei suoi interessanti quadri, dove sono espresse le ferite dell’anima, ma nel contempo l’incanto che attraverso l’arte, l’animo può raggiungere.

Alejandro Kokocinski – Il bianco cuore eroico, olio su tela  

Kokocinski proprio per le sue vicende di vita avventurosa, coniuga nelle sue opere, conoscenza e simbolo, creando un’arte drammatica e espressiva con riferimenti talvolta ironici, che fanno riflettere sulle vicende esistenziali. Il maestro porta avanti un discorso che, coinvolgendo le sue esperienze di vita, lo porta a quella che Claudio Strinati, ha chiamato la “terza via” dell’arte, con tutta la drammaticità che è il tropo del tempo presente. Così, tra i miti di derivazione greca, c’è la bellissima Medea, e per Prometeo, La terra è un feretro in ombra.

Alejandro Kokocinski – Guardo atraverso la lente di una piaga, olio su tela

Interessanti l’olio Il nero calice e l’opera Il bianco cuore eroico, dove si può in un certo qual modo, intuire Bacon ma parlando di miti, compare anche Pulcinella, anch’esso un mito, il mito di una città come Napoli, ferita e umiliata che, emblematicamente prende, nell’immaginario dell’artista, le sembianze della maschera più famosa, nella tela Dov’è Pulcinella?

Alejandro Kokocinski – Il nero calice, olio su tela  

Che dire poi della scultura- istallazione Brucia il mio cuore con nera disperazione? E’ splendida e impiega materiali attuali come la vetroresina nelle figure e il ferro per l’apparato. Certamente è un ricordo del suo periodo cileno, momento nel quale l’artista aveva sognato la creazione di una società giusta e libera. Interessante la scultura-quadro Imprimesti il segno dell’eternità, che è una tavola dalla quale emerge una figura con le ali, su una bicicletta.

Alejandro Kokocinski – Imprimesti il segno dell’eternità, tecnica mista vetroresina su tavola

I grandi artisti si riconosco tra loro, così fece Alberto Sughi molti anni or sono incontrando Kokocinski. In quest’occasione il maestro cesenatese ha voluto presentare la tela trittico Sabat Mater. Diverso il modo di espressione, li unisce nonostante la diversità di generazioni, la vicinanza tra il loro lavoro, dove “il buio e luce sono segni della natura e vivono dentro l’anima degli artisti”, come scrive Sughi. La parte scultorea si può visitare a Tarquinia nella Chiesa di Santo Spirito, dove è esposta la celebre Trasfigurazione.
Emilia Dodi

Alberto Sughi - Stabat mater, olio su tela