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Mi soledad

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Una platea ipnotizzata…….
dal fascino di Joaquin Cortès

Solo per due spettacoli, ma in realtà dovevano essere tre, ma uno è saltato per motivi tecnici, si è esibito al Teatro Sistina di Roma il grande ballerino di flamenco Joaquin Cortès con il suo spettacolo, Mi soledad, tra ritmi cubani e jazz. L’artista ha mandato in visibilio la platea, composta prettamente da donne, che non hanno esitato ad applaudirlo, spelandosi le mani, ad ogni sua esibizione.
Giancarlo Leone

   

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Quando Joaquin Cortès si muove suadente sul palco, a passo di flamenco, ogni donna lo guarda rapita. Il corpo tonico, ipnotizzante che si libra nell’aria, al suono delle musiche gitane e delle nacchere, lo ha consacrato sex symbol internazionale, l’homme fatal per eccellenza. Il bellissimo, il macho, il ballerino flamenco per antonomasia, insomma in una sola parola, Joaquin Cortès, ha tenuto due attesissimi spettacoli al Teatro Sistina di Roma con la performance, Mi soledad, La mia solitudine, che da tre anni spopola sui palcoscenici di tutto il mondo. Una solitudine non secolare del popolo gitano, reietto e ghettizzato specie in Spagna dal ‘400. Il bello ed impossibile si è esibito da solo, a torso nudo, su musiche sue e di José ed Antonio Carbonell, è sceso dal palco ed è corso in platea tra il pubblico femminile, la maggior parte, mandandolo in visibilio tra applausi e gridolini.

   

Il suo sudore si è trasformato in unguento miracoloso per le signore delle prime file. A 39 anni, un’età in cui molti danzatori si sono ritirati dalle scene già da tempo, il ballerino di Cordoba ha dato il meglio di sé andando a scavare nelle radici della tradizione coreutica iberica, costruendo una solidità di artista a tutto tondo, dal musicista all’attore al coreografo oltre che danzatore. Personaggio carismatico aperto alla sperimentazione, alla contaminazione artistica, inseguendo la quale è riuscito a trasformare il flamenco in una forma d’arte moderna ed internazionale, Cortès con questo spettacolo propone anche un fortissimo messaggio: scopo della presenza sul palco è anche quello di sensibilizzare l’opinione pubblica sulla drammatica situazione di Haiti e della sua popolazione infantile, piegata dalle malattie. Una danza intimista, una vera novità per un ballerino, il cui grande, trascinante carisma e la bellezza fisica, hanno abituato al successo, ai trionfi, alle passioni femminili di tutto il mondo.
Giancarlo Leone