Prodotto, tra gli altri, dalla Bellatrix Media di Massimo Gatti che ha portato in Italia la trilogia dei colori di Kieslowski, esce in sala Go go tales, l’ultima provocazione su celluloide del trasgressivoAbel Ferrara, il quale torna dietro la macchina da pesa a tre anni dal religiosoMary (2005). Francesco LoMuscio
Se ne è sentito parlare soprattutto per la chiacchieratissima sequenza (in realtà una minuscola manciata di fotogrammi) in cui Asia Argento bacia con tanto di lingua un cane, poi ripudiata dall’irrequieta figlia del regista di Profondo rosso (1975).
Il nuovo lungometraggio di Abel Ferrara, autore di cult-movie del calibro de L’angelo della vendetta (1981) e Il cattivo tenente (1992), che torna dietro la macchina da presa a tre anni dal religiosoMary (2005), si svolge nel Ray Ruby’s Paradise, locale di spogliarelliste che, gestito dal carismatico Ray Ruby (Willem Dafoe) e da una variegata serie di personaggi che gli ruotano intorno, è soprattutto una fabbrica di sogni per ballerine in cerca di fortuna.
Fabbrica di sogni che rischia però la chiusura, a causa dell’immensa mole di debiti che ha finito con il tempo per sommergere Ruby, il quale, nel corso di una sola notte che va dal tramonto all’alba, si trova costretto a scontrarsi con la realtà dei fatti e con la pressante proprietaria dello stabile, mentre il fratello Johnie (Matthew Modine) si mostra tutt’altro che propenso a finanziare il locale e sullo schermo sfilano una serie di volti noti della celluloide, da Bob Hoskins a Burt Young, passando per Stefania Rocca che si concede anche una parentesi sexy con Andy Luotto.
Fino al momento in cui, su consiglio dell’amico Jay (Roy Dotrice), Ray decide di investire i risparmi di una vita in un “mega sistema” nel tentativo di vincere la lotteria.
“Questo film non fa altro che riflettere quello che è il nostro mestiere” spiega Ferrara di quella che è stata classificata come una “screwball” comedy, come venivano chiamate le commedie americanestile Frank Capra e Billy Wilder, dove fatti tragici assumevano poi toni rosa e spensierati.
Eppure, dispiace ammetterlo perché stiamo comunque parlando di un riconosciuto maestro delle immagini in movimento, il suo “Go go tales”, che vanta anche un’insipida partecipazione di Riccardo Scamarcio ed un cameo della ex signora CarrisiRomina Power, sembra ridursi quasi esclusivamente ad una noiosa carrellata di seni e glutei dai risvolti ridicoli, mal recitata e peggio doppiata.
E perfino il solitamente ottimo Dafoe, che si cimenta anche in una soporifera performance canora, appare forzatamente in parte. Francesco LoMuscio