Il restauro degli affreschi di Filippo Lippi a Prato
Inaugurato dal Ministro dei Beni Culturali, On. Francesco Rutelli, dal 5 maggio 2007, e' ora visibile, in tutta la sua grandezza, nel Duomo di Prato, il ciclo di affreschi di Filippo Lippi con le Storie di Santo Stefano e San Giovanni Battista. E’ stato eseguito dai restauratori del CBC di Roma su diagnostica dell’Istituto dellePietre Dure di Firenze. Emilia Dodi
particolare della scena con Celebrazioni delle Reliquie di Santo Stefano (parete sinistra); copyright Soprintendenza per i Beni Architettonici e per il Paesaggio per le Province di Firenze, Pistoia e Prato, foto Antonio Quattrone
Dopo il restauro del Giotto della Cappella degli Scrovegni a Padova e quello di Arezzo di Piero della Francesca, ora e'la volta di Filippo Lippi, con le Storie di Santo Stefano e SanGiovanni nel Duomo di Prato. E’ un restauro di grande importanza e la presentazione e' avvenuta alla presenza del Ministro dei Beni Culturali, On. Francesco Rutelli. E’ un intervento conservativo tra i piu' importanti degli ultimi vent’anni in Italia.
Particolare della scena con Celebrazioni delle Reliquie di Santo Stefano (parete sinistra); copyright Soprintendenza per i Beni Architettonici e per il Paesaggio per le Province di Firenze, Pistoia e Prato, foto Antonio Quattrone
Filippo Lippi, del quale solo dal periodo del romanticismo, e' stata riconosciuta la grandezza, nonostante le vicende passionali che al tempo lo avevano reso un personaggio scandaloso, fu sempre considerato dai coevi un artista di grande valore e molto amato da Cosimo de’ Medici. Fu protagonista del rinnovamento artistico nella Firenze quattrocentesca, avendo saputo trasmettere in modo piu' profano e passionale, la lezione del Masaccio e del Beato Angelico.
Particolare dell’architettura nella scena con Celebrazioni delle Reliquie di Santo Stefano (parete sinistra); copyrightSoprintendenza per i Beni Architettonici e per il Paesaggio per le Province di Firenze, Pistoia e Prato, foto Antonio Quattrone
Gli affreschi della Cappella Maggiore del Duomo di Prato furono realizzati da Filippo Lippi, tra il 1452 e il 1464, dove nella volta sono gli Evangelisti e ai lati la Storia di Santo Stefano nella parete di sinistra e in quella di destra, di San Giovanni Battista. Il ciclo e' il capolavoro del Lippi, per l’equilibrio compositivo e la freschezza dei colori che permettono un continuo gioco luministico.
Particolari della scena con Santo Stefano viene sostituito dal diavolo dopo la nascita (parete sinistra); copyright Soprintendenza per i Beni Architettonici e per il Paesaggio per le Province di Firenze, Pistoia e Prato, foto Antonio Quattrone
Il maestro ha qui impiegato, oltre alla tecnica a fresco, anche la pittura a secco, che gli ha permesso di esprimere appieno il suo temperamento passionale e libero. Creo' cosi' un suo stile personale, onde ottenere effetti luministici dove sono visibili, per esempio, nella Salome' danzante, le leggere successioni di colore bianco, e i rossi della figura diCosimo de’ Medici.
Particolari della scena con Santo Stefano viene sostituito dal diavolo dopo la nascita (parete sinistra); copyright Soprintendenza per i Beni Architettonici e per il Paesaggio per le Province di Firenze, Pistoia e Prato, foto Antonio Quattrone
Il restauro, nonostante i danni del tempo, ha consentito di far rivivere la trasparenza e la brillantezza del colore e ritrovarel’importanza dei volumi e degli spazi. Il nerofumo aveva ricoperto gli affreschi, cosi' come le polveri inquinanti e dato un biancore al tutto, dovuto alla solfatazione, nonche' ai danni dei precedenti restauri. Le scene presentavano lesioni, sollevamenti, distacchi di intonaci, soprattutto dovuti al metodo che Filippo Lippi aveva adoperato, aggiungendo alla parte a fresco, i brani dipinti a tempera che, con il tempo, sono caduti anche a causa dell’umidita'.
Particolare dell’architettura nella scena con Celebrazioni delle Reliquie di Santo Stefano (parete sinistra); copyrightSoprintendenza per i Beni Architettonici e per il Paesaggio per le Province di Firenze, Pistoia e Prato, foto Antonio Quattrone
Purtroppo, delle parti dipinte a secco resta ben poco, si e' potuto pero' consolidare le superfici pittoriche evitando cosi' ulteriori cadute di colore. La cera dorata e la tempera che il maestro aveva impiegato, erano funzionali alla creazione della liberta' spaziale delle scene e soprattutto all’ottenimento degli effetti di luce, cosi' particolari. Premesso che durante il restauro, iniziato nel 2001, gli affreschi sono sempre stati visitati dal pubblico, grazie a un sistema innovativo di ponteggi, ora sono visibili in tutto il loro splendore. Meritano veramente una visita a Prato. Emilia Dodi
Particolare dell’architettura nella scena con Celebrazioni delle Reliquie di Santo Stefano (parete sinistra); copyrightSoprintendenza per i Beni Architettonici e per il Paesaggio per le Province di Firenze, Pistoia e Prato, foto Antonio Quattrone