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Visum incontra
Luigi Lo Cascio
al Tao Film Fest

Per me è una novità che qualcuno mi fotografi. Non ho foto mie dalla prima comunione fino a I cento passi perché mi nascondevo sempre”, inizia così la sua lunga chiacchierata con gli studenti alla 54° edizione del Tao Film Fest nella nuova sezione Campus, il secondo ospite della settimana Luigi Lo Cascio.
Mariangiola Castrovilli

Luigi Lo Cascio   

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Divertente, simpatico, disinvolto, t shirt nera su eleganti pantaloni crema l’attore, scherza sulla sua statura non proprio da corazziere dicendo che di solito ai festival manda a rappresentarlo suo fratello, laureato in informatica e altro 1 metro e settantacinque….

Luigi Lo Cascio alla mostra di Venezia   

Lo Cascio che ama tra gli altri Hitchkock, Bunuel, Kubrik, ed Herzog ha la televisione sempre accesa e corre veloce… In meno di una dozzina d’anni poi ha girato 12 film più due partecipazioni importanti con Spike Lee e Tornatore, tutti di alto livello e che gli hanno fruttato numerosi Premi dal David di Donatello alla Coppa Volpi ai Nastri d’argento e interpretato molte pieces teatrali diretto da registi prestigiosi come Ronconi, Cecchi, Quartucci e Guicciardini anche qui con la solita messe di premi.

Luigi Lo Cascio 

Per lui il cinema è “qualcosa di impudico dove la maschera che indossi si può anche togliere mentre  il teatro invece ti protegge di più. Cresciuti con Pirandello ed i Sofisti si gioca con rapporti inconciliabili. Nel cinema invece maschera e attore si perdono una nell’altro, il concetto di verosimiglianza qui è fondamentale mentre a teatro si pretende che un attore si superi costantemente per diventare gigantesco come il personaggio”.

Luigi Lo Cascio   

Cosa sognavi di fare da bambino?
L’indiano. Giocavo molto con i soldatini e a far finta di…dove la formazione della propria identità di comodo viene sacrificata e si perde il gioco del camuffamento. Dopo l’adolescenza invece volevo fare lo psichiatra”.
L’attore ha a che fare con la follia?

Follia e delirio, entrambi dolorosi non sono paragonabili alla giocosità dell’attore. Nella recitazione c’è un contatto con l’altro, il riflesso che ci guarda nello specchio è necessario”.

Luigi Lo Cascio 

Gli attori leggono?  
Direi più per essere preparati alle inteviste che non per studio. Personalmente ho cominciato a comprare libri a 22 anni, ero un secchione e alla maturità passai con 60….per me l’interrogazione era già una performance perché più uno sa più si ritaglia una parte da primo attore…Sono uscito anch’io dall’Accademia d’Arte Drammatica nel ‘92, e ci siamo diplomati insieme a Boni e Favino proprio su questo palcoscenico con un saggio sull’Amleto”.

Luigi Lo Cascio   

Come cambia la vita col successo?
Cambia, certo. Intanto è più bello l’anonimato all’interno del quale ti muovi più agevolmente. E’per questo poi che gli attori sembrano sempre timidi, perché essere all’altezza di quello che si fa è complessate”.

Luigi Lo Cascio 

L’importanza della memoria per un attore…
Importante come l’oblio e poggia sul fatto che l’attore deve fare tabula rasa di tutto il resto. L’interpretazione deve essere un deserto, un oblio nei confronti di se stessi”.
Sei sempre molto restio alle interviste, perché?
Sono convinto che un attore debba apparire solo quando fa un personaggio. Parlare di se per noi è come per un mago far vedere la sua valigetta dei trucchi. Ti può interessare una volta ma poi diventa un deja vu”.
Mariangiola Castrovilli

Luigi Lo Cascio   

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