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Intervista a Beppe Fiorello

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Una vita rubata

Beppe Fiorello da lezioni
di cinema a Taormina
Leggo scritto sopra l’invito, Lezione di cinema di Beppe Fiorello. Per carità, diciamo una chiacchierata sulle cose che ho fatto” esordisce modestamente con la simpatia che gli è propria Beppe, e così, dopo la visione di Una vita rubata su schermo gigante che ha lasciato l’affollatissima platea della Sala A del palazzo dei Congressi a riflettere sul bel lavoro di Graziano Diana eccolo pronto a rispondere a tutte le domande, o a quasi…tutte.
Mariangiola Castrovilli
Foto Ufficio Stampa Rai   

a

Una vita rubata andata in onda qualche mese fa su Raiuno con un ottimo successo è stata girata a Letojanni il tuo paese, com’è stato lavorare in…casa?
Beh, sono i luoghi della mia infanzia, per cui è stata un’esperienza forte visto che ogni angolo del paese mi era familiare, trovavo i miei parenti  a guardare dietro ogni macchina da presa e alcuni cugini come…comparse…”.
Foto Ufficio Stampa Rai   
Che rapporto c’era nella tua infanzia con il cinema…
Mi piaceva molto ma c’era solo una sala e ci pioveva dentro per cui un po’ scomoda da frequentare. Io però non faccio testo perché ho sempre avuto una mia personalissima idea di cinema e letteratura. Più che leggere  storie o vederle al cinema mi piaceva viverle personalmente nella strada. Che è quello poi che mi ha permesso di pescare nei miei personali rapporti di vita per costruire i miei personaggi”.
Foto Ufficio Stampa Rai 
Ricordi scene che ti hanno folgorato facendoti dire, ecco il cinema è la mia strada?
Mio padre era un grande appassionato di western per cui mi piacciono i western in generale e Leone in particolare. In quanto alla scena che mi ha dato un certo brivido è quella da Ladri di biciclette. Nasce di lì la mia voglia di raccontare storie viste attraverso gli occhi di un bambino, come ho fatto scrivendo la sceneggiatura de Il bambino della domenica andato in onda su Raiuno o ne Il bambino sull’acqua, che racconta di un piccolo affetto da una grave forma d’asma”.
Foto Ufficio Stampa Rai   
E tu com’eri da bambino?
Estremamente timido e mi lanciavo poco. Tenevo tutto dentro e non riuscivo ad esprimermi. Solo adesso sto scoprendo che dietro la maschera di un personaggio la timidezza si dissolve come per incanto”.
Foto Ufficio Stampa Rai 
Ti piacciono i ruoli più introversi o…gridati..?
Quelli che riescono a raccontare cose realmente accadute. Sono interessato alle vicende storiche, il personaggio lo si ricostruisce poi a poco a poco”.
Foto Ufficio Stampa Rai   
Film con valori oltre che storici, ad alto contenuto morale…
Diciamo che ci tengo sempre a lasciare un buon ricordo di me e delle storie che racconto”.
Foto Ufficio Stampa Rai 
Il tuo personaggio preferito?
Forse Giuseppe Moscati, un medico della fine dell’800, su cui ho fatto un’infinità di ricerche, ritrovando addirittura lettere scritte ai parenti e ricette per i suoi malati poveri. Un’interpretazione che ho fatto col cuore più che col ragionamento”.
Foto Ufficio Stampa Rai   
Il tuo primo film?
Nel ‘98 con un film di Marco Risi, L’ultimo capodanno che oscilla tra divertimento e tragedia. Fu un comincio importante anche se il provino andò malissimo perché a quel tempo volevo fare il discografico e non ero convinto di recitare. Marco Risi intuì però che avrei potuto farcela, e mi spinse a riprepararmi con un po’ più d’impegno. Ecco, il fatto che credesse in me mi ha spinto a dare il meglio…”.
Foto Ufficio Stampa Rai 
Il tuo rapporto con Rosario?
Beppe ci pensa un po’ su e conclude poi sorridendo…… “A momenti sono stato follemente geloso della sua capacità di non avere barriere. Lui era magro, abbronzantissimo, capelli lunghi e tante donne. Io cicciotello, pieno di brufoli e…timidissimo. Ma da sempre sono il suo primo fan perchè avere un fratello come lui oltre ad essere bellissimo è anche molto stimolante”.
Mariangiola Castrovilli
Beppe Fiorello   
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