Come sono finiti i coniugi Peron in una beffarda commedia
Eva Peron è una caricaturale rappresentazione della malattia e del deperimento dei coniugi Peron che il commediografo Copi ha tratto dagli eventi drammatici di cui il dittatore argentino e sua moglie furono vittime. Carlo Vallauri
Messo in scena adesso al Teatro India dalla compagnia dello Stabile Mercadante di Napoli, nella abile regia di Pappi Persicato, il testo mostra, con una ininterrotta verve beffarda, tutte le peripezie dei protagonisti di quella vicenda, svelandone con spavalda e dissacrante vivacità, gli aspetti paradossali ed inquietanti. La chiave farsesca, grazie alla vena dell’autore, offre uno spaccato che va ben oltre la comicità suscitata negli spettatori.
In questo senso Copi riesce a scoprire tutte le perfidie dell’ipocrisia circolante nei livelli alti del potere istituzionale quando questo finisce per trasformarsi in farsa allucinante. Una costruzione quindi che, attraverso il sorriso, denuncia le forme assurde nelle quali finisce per esaurirsi un fenomeno d’origine politica. La piccola corte del “generale”, la follia della consorte e del fedelissimi – ridotti a risibili macchiette – vuol esprimere i livelli di abbassamento cui conducono le travolgenti avventure di un condottiero populista.
Meno convincente appare, nello spettacolo, il rapporto tra gruppo dominante e folla, di cui si fa giungere l’eco applaudente dell’entusiasmo senza rendere il senso di quel fenomeno toccato solo ai margini, senza far assurgere la farsa ad interpretazione satirica di quegli eventi.
Nel quadro offerto da Corsicato predomina la interpretazione giocosa, spassosa e piena di partecipazione emotiva di Iaia Forte, accanto alla quale hanno risalto Cristina Donadio nella parte della madre, Alessia Innocenti (nel ruolo di una infermiera), il sottile Vladimir Aleksic (nella divertente parodia di un cortigiano) e Alessandro Baldinotti, ridotto a un discutibile Peron. Scene di Massimo Bellando Randone e costumi indovinati di Grazia Colombi. Carlo Vallauri