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Economia delle felicità di Daniel Kahneman |
In Economia della felicità edita da Il Sole 24 ore editore, Daniel Kahneman, premio Nobel 2002 per l’economia, illustra le sue idee sulla “utilità” concepita attraverso l’analisi dei comportamenti. Carlo Vallauri |
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Al di là del concetto tradizionale di utilità egli sviluppa, sulla scia del pensiero di Bentham, lo stato degli effetti prodotti dall’esito di determinate decisioni, ed invita a considerare non gli stati di ricchezza bensì la variazione di questi stati rispetto ai guadagni e alle perdite. Poiché queste ultime appaiono più rilevanti dei primi – come osserva Riccardo Vale nella prefazione – a livello sperimentale vanno valutati altri aspetti, come l’avversione delle perdite nelle situazioni economiche che costringono a vendere a prezzi più bassi. |
Daniel Kahneman |
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Da qui viene – ad avviso dell’economista e psicologo israeliano, docente a Princeton – la maggiore propensione al rischio quando si è in condizione di perdita: questo spiega comportamenti irrazionali negli investimenti finanziari e persino nelle escalation militari, come nel caso degli USA in Corea e in Vietnam. Se si guarda a fondo è la stessa psicologia del giocatore in perdita al tavolo da gioco. |
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Daniel Kahneman |
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Il principio di razionalità è studiato dall’A., nei fatti e comportamenti che tendono a privilegiare l’utilità traibile dalle decisioni nel momento delle scelte. Attraverso un’ampia ricognizione delle tesi espresse al riguardo, egli affronta i temi dei risultati dipendenti da decisioni i cui esiti sono difficilmente valutabili. |
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Sono considerazioni che richiamano l’attenzione su errate concezioni della casualità e sulla prevedibilità degli eventi. L’unico criterio di valutazione delle probabilità possibili riconduce alla coerenza dei comportamenti a rischio della incomprensione dei fenomeni. Proprio sugli aspetti e risvolti psicologici l’analisi è qui particolarmente approfondita. Se ne deduce che si possono trarre decisioni sulla base delle contrastanti opzioni potenziali. |
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Sono tutte valutazioni che spingono a porre attenzione sulla massimizzazione delle utilità quando si tratta di individuare elementi in vista di ricerche rivolte al benessere, attraverso la valutazione delle esperienze e la ricostruzione quotidiana degli atti. E proprio rifacendosi a Bentham l’autore analizza le conseguenze del flusso di piaceri e dolori associati con gli errori. |
Daniel Kahneman |
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Le variazioni del benessere richiedono la scomposizione dei processi di allocazione del tempo da parte delle popolazioni. E Kahneman fornisce vari esempi di ricerche in questo delicato ambito umano, nel quale utilità, gusti e interessi s’incrociano. Una lettura non semplice ma istruttiva e che può essere molto utile ad es. per gli operatori finanziari. Carlo Vallauri |
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