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Uranya

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Una bellezza italiana,
per bellezze greche
Il 13 giugno esce nelle sale cinematografiche il film Uranya che vede protagonista Maria Grazia Cucinotta. Il film interamente girato in Grecia, nell’isola di Creta, è diretto da Costas Kapakas. Visum ha intervistato la protagonista.
Giancarlo Leone
   

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Il prossimo 13 giugno, a Roma, la produzione Passworld presenterà l’uscita ufficiale, nelle sale cinematografiche, del film Uranya, www.uranya.gr diretto e sceneggiato da Costas Kapakas. Il film, interamente girato in Grecia, nell’isola di Creta, vede come protagonista italiana Maria Grazia Cucinotta e cinque ragazzi, protagonisti greci, della pellicola: Aris Tapis, Andreas Kyriakakis, Nikos Vassilikiotis, Yorgos Liatis, Michalis Tsirakis. Una commedia sull’adolescenza, sui sogni, sul potere dell’immaginazione.
   
Il film Uranya racconta la storia di 5 ragazzi, poco più che adolescenti, che vivono in un villaggio della Grecia fantasticando e sognando il loro futuro. Poco distante da questo villaggio vive una donna chiamata, per l’appunto Uranya: fa il mestiere più antico del mondo e tutti gli uomini che passano di là le fanno visita. I cinque ragazzi la guardano da lontano e la desiderano.
 
Achilleas, il più giovane di loro, ma anche il più sensibile ed il più scaltro la sogna più degli altri, ma in effetti tutti e cinque vorrebbero con lei scoprire i piaceri dell’amore e del sesso. Era l’estate del 1969 e Achilleas è ossessionato da un’idea fissa: comprare un televisore in bianco e nero per vedere il primo uomo scendere sulla luna o risparmiare i soldi per andare da Uranya ed essere introdotto da lei ai piaceri e ai segreti dell’amore? Questo diviene il segreto ed il patto che lega di più i cinque amici ma con il tempo le cose cambiano e anche gli eventi.
   
Il regista Costas Kapakas con questo film ha voluto trasmettere quelli che erano gli effetti dell’adolescenza, quello che era il potere dell’immaginazione e come diventare adulti. La gente, nel frattempo, sperava in un domani migliore, tanto più che l’uomo era sbarcato sulla luna, una cosa considerata quasi impossibile per quei tempi.
 
Il regista ha voluto far vedere il mondo così come era in quel tempo, attraverso gli occhi di quel ragazzo, Achilleas.
   
I rapporti fra le persone, l’avvento della televisione e i sogni che nascevano, permettono ad Achilleas di vedere nella televisione la finestra attraverso la quale volerà a scoprire il mondo. Visum ha intervistato la protagonista Maria Grazia Cucinotta.
 
Signora Cucinotta cosa l’ha convinta a girare questo film e ad accettare il ruolo di Uranya?
Quando lessi la sceneggiatura ne fui subito entusiasta perché si parlava di sogni. Anch’io da piccola, come questi cinque ragazzi con i quali ho girato il film, sono cresciuta in un quartiere povero in Sicilia e avevo solo le mie speranze per il futuro. Non ho mai smesso di sognare in vita mia- spiega l’attrice -  ed ora ho fondato una mia società di produzione. Se smetti di sognare, non vivi più. Mi auguro che la gente che verrà a vedere Uranya sognerà anch’essa, riderà e tornerà all’infanzia come è accaduto a me”.
   
Cosa ricorda più volentieri di questo film, qualche scena in particolare?
Questo film per me è stata una bella esperienza, bellissima, diversa da tutte le altre precedenti. Il sogno è diventato realtà. L’isola di Creta, dove abbiamo girato il film, mi ha riportato alla natìa Sicilia. Le persone sono simili, aperte, solari – sottolinea la Cucinotta - qualità che amo molto e di cui abbiamo bisogno perché il più delle volte dimentichiamo cosa significhi davvero vivere”.
 
Visto che nel film si parla di televisione, cosa ne pensa dei programmi in generale?
La televisione è un ottima compagnia, anche se è importante saper scegliere i programmi. Le mie preferenze vanno comunque al cinema – ribadisce - perché è un’arte che si può gustare tutti insieme appassionatamente”.
Giancarlo Leone