A furor di popolo è tornato al Teatro Sistina di Roma, e ci rimarrà fino al 22 giugno, Massimo Ranieri con il suo spettacolo, Canto perché non so nuotare…da 40 anni che lo vede unico protagonista maschile circondato da musiciste e ballerine, tutte donne. Nel repertorio del suo spettacolo, che dura quasi tre ore, le sue più belle canzoni, miscelate con altre dei più importanti cantautori. Giancarlo Leone
E’ tornato a furor di popolo al Teatro Sistina di Roma, per rimanerci fino al 22 giugno, Massimo Ranieri con il suo spettacolo, Canto perché non so nuotare…da 40 anni, scritto dallo stesso Ranieri con Gualtiero Peirce, coreografie di Franco Miseria, arricchite dagli splendidi costumi di GiovanniCiacci che rendono ogni brano un quadro a sé.
Un fatto insolito per uno spettacolo che si basa principalmente solo su un repertorio di canzoni, più o meno conosciute. In realtà questo spettacolo non è solo un puro e semplice concerto, perché Ranieri mette in pratica tutto quello che ha imparato in 40 anni di carriera: è stato cantante, attore, ballerino, giocoliere.
Una voce inconfondibile che riesce a toccare acuti da tenore con sensibilità popolare.
Tante sono le esperienze che hanno segnato la sua felice carriera. In effetti nello spettacolo canta, balla, recita, si racconta in monologhi autobiografici, coinvolge ed interagisce con il pubblico, mette in scena uno spettacolo teatrale fatto di canzoni, le sue di maggiore successo, e quelle di cantautori ed interpreti famosi a cui si sente più vicino.
Uno spettacolo fatto come se fosse un album di ricordi. Di quando, ad esempio, da ragazzino nella sua Napoli veniva costretto a cantare su uno scoglio dagli amici che lo mettevano lì, minacciando di buttarlo a mare anche se lui non sapeva nuotare (da qui il titolo dello spettacolo). Oppure di quando cantava davanti ai ristoranti sul lungomare di Napoli canzoni famose interpretate da Paoli, Tenco, Bindi.
Senza omettere le canzoni classiche napoletane, Marechiaro, Reginella, Te voglio beneassaje, puntualmente adesso in scaletta del suo spettacolo, insieme a Se stasera sono qui, Il cielo in una stanza, La cura di Franco Battiato, o Io che amo solo te, un omaggio allo scomparso Sergio Endrigo, Almeno tu nell’universo, altro omaggio a Mia Martini, Prendi fra le mani la testa in ricordo di Lucio Battisti.
E in più tutte le sue più famose da Rose rosse a Se bruciasse la città, da Vent’anni a Erba dicasa mia e Perdere l’amore. Da vedere. Giancarlo Leone