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Luis Garrel presenta a Cannes,
il film La frontiere de l’aube
Bello scoprire che a Cannes, la mattina presto, le strade si lavano con detersivo profumato per una festa dell’olfatto. L’abbiamo scoperto nei quindici minuti a passo di marcia per andare dall’albergo al Palais, che la notte raddoppiano abbondantemente grazie agli invitati ai vari party, a quelli che l’invito non l’hanno ma che vorrebbero entrare lo stesso a rischio risse, e ai soliti curiosi.
Mariangiola Castrovilli
Sequenza del film La frontiere de l'aube  

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Piu’ pioggia che  sole poi a questo 61° Festival di Cannes, che ha reso quasi impossibile la gia’ caotica circolazione a piedi, visto che la gente nemmeno con i temporali rinuncia alla fascinosa passeggiata sulla Croisette. Ombrelli aperti e occhio alle vetrine tutte piene dei piu’ che evidenti oggetti del desiderio o girati dall’altra parte ad impicciarsi di quello che succede al di la’ della strada sotto le bianche cupole  del villaggio del Cinema, i poveri passanti vedono immancabilmente dare la precedenza da flic impassibili alle varie macchine che non devono affrontare la rabbia del cielo.
Sequenza del film La frontiere de l'aube   
Lavoro che prosegue a ritmo sostenuto in questi ultimi giorni di kermesse. In finale arrivano in competizione, dopo Un Conte de Noel di Desplechin di cui abbiamo già parlato, gli altri due francesi, La frontiere de l’aube e Entre le Mus di Laurent Cannet.
Sequenza del film La frontiere de l'aube 
La frontiera dell’alba porta a Cannes per la prima volta in concorso dopo innumerevoli partecipazioni nelle sezioni parallele, Philippe Garrel, autore personale ed interessante interpretato al meglio da suo figlio Luis che per certi versi ricorda il Tony Musante di Anonimo Veneziano, gli stessi nei, la stessa testa ricciuta e lo sguardo vellutato e penetrante.
Sequenza del film La frontiere de l'aube   
La storia è quella di Francois (Luis Garrel) che per il suo giornale deve fotografare Carole(Laura Smet) attrice famosa e instabile sposata da poco con un marito che fa avanti e indietro con l’America. Dalla fotografia al coup de foudre il passo è breve e per due settimane i due vanno a vivere in albergo con la scusa del reportage. E ancora più facile, il passaggio da una semplice avventura a qualcosa di più profondo quando inopinatamente torna a casa il marito legittimo. Il bello di avere case grandi è che in situazioni imbarazzanti ci si può nascondere senza problemi con mutande e scarpe in mano, a parte che non ci siano grandi specchi,  scomparendo velocemente. Francois riesce così ad andarsene alla chetichella, ma la tenerezza di Carole per il marito lo ferisce al punto di sparire senza una parola.
Il regista Philippe Garrel 
In un mondo ipertecnologico Garrel usa ancora carta e penna per inviare messaggi, lettere che Carole scrive invano all’amato che le legge ma fa lo gnorri. Cosa che porta l’attrice prima in clinica psichiatrica dove la vediamo alle prese con un electroshoc demodè. Avvertito da amici comuni Francois la va a trovare e insieme cercano una via di fuga, presto bloccata dagli infermieri. Quando Carole esce, la sua disperazione è ancora più profonda, ormai Francois è irrecuperabile per cui per lei non cè altra soluzione che suicidasi con una manciata di barbiturici innaffiata de una bella bevuta di gin.
Il regista Philippe Garrel   
Lui beneducato va a trovarla al cimitero ma niente gli impedisce di sposarsi dopo un anno con una ragazza che ha messo incinta. La sua recondita preoccupazine pero’è quella di arrendersi ad una vita borghese ma niente paura, a tirarlo fuori d’impaccio torna nello specchio il fantasma di Carole per ordinargli di seguirla in un’altra dimensione e lui, obbediente  si tira giù da una finestra per raggiungerla.
Il regista Philippe Garrel 
Girato tutto in un ipersofisticato bianco e nero Le frontiere dell’alba ci ha riportati all’epoca della Nouvelle Vague, ma ahimè il periodo è passato e l’illusione è durata poco.
Sequenza del film La frontiere de l'aube   
La storia non decolla, i dialoghi sono imbarazzanti e Laura Smet pur avendo splendidi occhi azzurri ha l’espressività di una patata piuttosto lontana  dal talento di sua madre Nathalie Baye o da quello di suo padre Jonny Hallyday.
Mariangiola Castrovilli
Luis Garrel alla presentazione del film a Cannes