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Presentato a Cannes,
Il divo di Paolo Sorrentino
Siamo ormai in dirittura d’arrivo, e sono piu’ i mugugni che la soddisfazione per un festival che dicono sia molto debole. Tot capita tot sententia diceva un saggio, e come sempre alla fine ci sono  sempre gli scontenti che pensavano a selezioni per palati piu’ raffinati. Vero e’ che alcuni lavori non si riesce a capire come mai siano finiti in competizione approfittando di due ore e passa della nostra vita, si perche’ la media quest’anno butta decisamente sul lungo.
Mariangiola Castrovilli
Sequenza del film "Il divo"  

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Pare che i registi, dai piu’ importanti agli sconosciuti, non sappiano raccontare le cose senza perdere di vista l’orologio e la regola di rispettare il tempo di caduta d’attenzione, oltre il quale la gente, pur continuando a guardare lo schermo, comincia allegramente a pensare ai fatti propri.

 

Sequenza del film "Il divo"  
Non fa eccezione nemmeno Il divo, centodieci minuti di Paolo Sorrentino che si avvia ormai a diventare un habitue’ di Cannes, dopo Le conseguenze dell’amore del 2004 e L’amico di famiglia del2006. Con Il Divo interpretato da uno straordinario Tony Servillo, protagonista anche dell’altro film in competizione qui a Cannes, Gomorra, e da Piera degli Esposti,Giulio Bosetti, Flavio Bucci ed Anna Bonaiuto,il regista napoletano firma un profilo al vetriolo del senatore a vita Giulio Andreotti, sette volte Primo Ministro prima di essere accusato di assassinio e collusione con la mafia.
Sequenza del film "Il divo"
Il fatto che Andreotti sia stato prosciolto e che il verdetto sia stato confermato in Appello e in Cassazione” scrive il collega Philippe Dupuy su Nice Matinnon impedisce a Sorrentino di farne una condanna con una liberta’ di toni che lascia esterrefatti”. Il regista dal canto suo rifiuta l’idea della tesi accusatoria “Non ho mai avuto l’intenzione di farne un panphlet. Spero invece che Il divo alimenti i dubbi smussando le certezze senza dare risposte e faccia riflettere su un periodo storico messo da parte un po’ troppo velocemente in cui coincidono vita e carriera politica di Andreotti”.
Paolo Sorrentino  
Perche’ Andreotti?
Perche’e’ oltre ad essere l’uomo politico piu’ importante che l’Italia abbia avuto negli ultimi cinqunt’anni, e’ il simbolo stesso del potere. Una figura di cui si ha un’idea astratta con un fascino dell’ambiguita’ ed una complessita’ cosi’ intricata da aver incuriosito chiunque nel corso degli anni. Quando ho cominciato a documentarmi su di lui, perche’ da sempre volevo farne un film, sono inciampato in una letteratura sterminata e contraddittoria che creava un’autentica vertigine”.
Sequenza del film "Il divo"
“Non voglio essere il paladino di un nuovo cinema politico – spiega il regista - ma avvertendo cosi’ forte la crisi del Paese volevo raccontare una storia urgente e utilizzando astrazioni ed elementi immaginativi puntare diritto sulla realta”.
Sequenza del film "Il divo"  
Ma la verita’ su Andreotti?
Un obiettivo difficile da penetrare tanto e’ impenetrabile. Ma come Berlusconi suscita sentimenti analoghi, amore/odio, fascinazione/repulsione”.
Sequenza del film "Il divo"
Come ha reagito Andreotti dopo aver visto il fiilm?
Sorrentino risponde che l’ottantanovenne senatore per “cinquant’anni e’ rimasto impassibile di fronte alle accuse e con mia grande soddisfazione questa volta e’ andato e’ andato in collera”.
Sequenza del film "Il divo"  
Lapidario come sempre, anche nell’ira pare che il senatore a vita abbia bollato Il divo come “un film cattivo, una vera ‘mascalzonata’”. Ci piace chiudere con il consiglio che il collega di Nice matine da agli spettatori francesi e stranieri in genere, “prima di andare a vedere Il divo” datevi una ripassata alla storia italiana dal ‘70 ad oggi se volete viaggiare sul treno infernale imposto dal regista e capire chi e’ chi e chi ha fatto cosa”.
Mariangiola Castrovilli
Sul set de "Il divo"