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Intervista Antonello Costa

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Un comico sotto stress

Antonello sotto stress

Antonello Costa è ritornato sulle scene teatrali con il suo nuovo spettacolo, Un comico sotto stress. Dopo essere stato al Teatro Anfitrione di Roma, dal 1 all’11 maggio è al Teatro Bracco di Napoli. Visum ha intervistato il simpaticissimo comico.
Giancarlo Leone

 

 

a

Antonello perché per questo tuo nuovo spettacolo hai scelto questo  titolo Un comico sotto stress
Parlando seriamente, fare il comico oggi è troppo difficile, perché deve filtrare la realtà e farne satira, macchietta. Ma la realtà oggi è talmente oltre l’immaginazione comica che è sempre più difficile stupire e far ridere il pubblico; conseguentemente tutto ciò mi manda sotto stress. Parlando umoristicamente – afferma l’attore siciliano - mi piaceva portare tutti i miei personaggi da uno psicologo per far analizzare l’uomo Antonello e capire che ha nella mente. Chi mi conosce sa, che io non ho un unico personaggio ma dentro di me ne vivono ben otto parlanti ed in più ho numeri cantati, ballati, c’è poi il personaggio di Dante che ognuno lo interpreta come vuole”.
   

“Questa volta volevo vedere cosa sarebbe successo portando il comico dallo psicologo. E devo dire che il pubblico ha sempre risposto benissimo. Ho imparato – continua il comico - sono maturato, ci ho messo sette anni, ma a teatro ho un mio zoccolo, in senso buono, di pubblico che mi segue. Ed infatti Sergio Ammirata, il direttore artistico dell’Anfitrione di Roma, mi ha chiamato in questo teatro e mi ha proposto di fare qui cartellone con i miei spettacoli per due, tre anni. Penso che accetterò perché qui mi trovo veramente bene”.

 

Perché questa abitudine di prendere sempre di mira uno del pubblico?
Nello spettacolo io dico sempre di voler abbattere la quarta parete. E’ quella che c’è tra il pubblico e l’attore. Ecco io l’abbatto a priori. E’ un modo per far interagire il pubblico. Qualche critico non ha apprezzato questo mio modo di fare, qualche altro sì. Molto spesso l’attore ha paura di far ciò. Invece il pubblico – spiega Antonello Costa - sentendosi partecipe, gioisce, viene coinvolto; alla fine ho capito e, lo dico anche alla fine di questo spettacolo, mi devo accettare così come sono senza preoccuparmi di quello che pensano gli altri. Voglio essere me stesso. Siccome mi diverte coinvolgere il pubblico ho imparato che devo fare così. Perché devo privarmi delle cose che mi fanno divertire? Questo spettacolo lo considero quello della maturità - rimarca l’attore - perché oltre ad un miglioramento autorale delle battute, più incisive, si riflette anche di più. Magari delle volte si ride di meno ma si va più in profondità”.

 

Dopo Roma andrà in tournée questo spettacolo?
Dal 1 all’11 maggio siamo al Teatro Bracco di Napoli, dove ormai sono sette anni che vado in cartellone e anche lì con tanto pubblico che viene a vedermi, si diverte. Ho la soddisfazione in questo spettacolo di avere una canzone di Vittorio Marsiglia – afferma - forse l’unico attore di avanspettacolo e di varietà che abbiamo oggi nel teatro italiano. Mi ha detto che sono il suo erede e per me questa è una bella soddisfazione. Ho chiesto una sua canzone, quella che canta uno dei miei personaggi, Rocco, La prima volta che l’ho preso in cura. E’ stato un successo e l’ho ringraziato”.

 

Anche in cinema ha avuto le sue soddisfazioni.
Sì ad ottobre scorso è uscito nelle sale il film di Diego Abatantuono, 2061 un anno eccezionale. Uscivo bene in quel film. Devo ringraziare Vanzina che mi ha scelto, ho lavorato un mese e mezzo accanto ad Abatantuono, 31 pose su 32 previste, un’esperienza meravigliosa. Io per l’Italia sono anomalo, nel senso che qui o fai il comico, o fai il cantante o fai l’attore. Io racchiudo queste cose e, indubbiamente, ci metterò più tempo ad abituare il pubblico. Se viene a teatro – sottolinea Costa - verrà a vedere un artista a 360 gradi che recita, improvvisa, canta, balla e si cambia 12 volte d’abito. Io faccio più fatica degli altri e questa può essere una sfortuna o una fortuna. E’ difficile vedere sulla scena un attore completo come lo posso essere io. Spero un giorno di poter fare in televisione un mio show dove poter fare il Fiorello della situazione”. Non gli manca certo l’ambizione e i grandi punti di riferimento. “In scena, nei miei spettacoli- dice l’attore -  faccio Totò, Rascel, Petrolini, Fabrizi, Montesano, Proietti, Marsiglia, Charlie Chaplin. Se mi devo posizionare io mi rifaccio a tre grandi, Ranieri, Proietti e Fiorello. Io vorrei mettermi in mezzo. Vorrei essere uno showmen alla Fiorello, un cantante-attore come Ranieri ed istrionico e geniale come Proietti. Ci metterò tanto tempo, ma lavorando da solo, ho capito che è lì che devo arrivare. E quando sarà il momento mi devo far trovare pronto. Ogni anno, quindi, numeri nuovi, canzoni nuove, sempre in crescita”.

 

Progetti futuri?
Riparto con la mia tournée estiva, con tre ballerine ed il mio spettacolo di cabaret, ho già tantissime date fissate, farò come l’anno scorso, tutte le domeniche, da luglio a settembre, All’Ombra del Colosseo. Una delle manifestazioni dell’Estate Romana e poi dall’inverno prossimo prepareremo lo spettacolo nuovo, ci lavorerò un bel po’. Dovrei fare il nuovo CD, Antonello Bubble Gum – ci svela l’attore - è quasi pronto, devo solo incidere alcune canzoni e forse faremo uscire un nuovo libro, dopo il successo del precedente. Chi vivrà vedrà”.
Giancarlo Leone