Login | Guestbook | Immagini | Downloads | Mappa | 134 utenti on line
MENU

   Home
   Contattaci
   Chi Siamo
   Job oppurtunities


Rubriche

   Arte
   Cinema
   Eventi
   Libri
   Moda
   Mondomedi@
   Spettacolo
   Televisione
   Web Television


Pittori

   Galleria Digitale
   Giovani Promesse
   Maestri
   Nuovi Talenti


Archivio

   Archivio 2001- 2006


Multimedia

   Audio Interviste
   Video


 
Romanzo tragicomico di una telefonista precaria

Udskriv SidenStampa Send denne side til en venInvia ad un amico 

Quando il precariato…
va in scena a teatro

Dal libro al cinema, con Paolo Virzì, nel suo ultimo film, Tutta la vita davanti, ma anche dalla pagina al teatro: Teresa Saponangelo è stata la protagonista, al Piccolo Eliseo, de Il mondo deve sapere – romanzo tragicomico di una telefonista precaria, pièce tratta da un fortunato testo di Michela Murgia.
Giancarlo Leone

 

 

a

Paolo Virzì ne ha fatto un film, Tutta la vita davanti, con Sabrina Ferilli. L’attrice Teresa Saponangelo, napoletana d’adozione, l’ha portato, invece, a teatro (al Piccolo Eliseo di Roma fino al 4 maggio) con il titolo, Il mondo deve sapere – romanzo tragicomico di una telefonista precaria. Il primo romanzo di Michela Murgia, titolo omonimo, non solo ha stregato i lettori, ma è diventato materia da cui attingere per raccontare, a tutti, un tema così attuale come la precarietà del lavoro. I diritti teatrali del testo erano stati acquistati dalla Saponangelo ancora prima di Virzì, dunque, non un’operazione nata dopo il successo del film. La forza dell’argomento era radicata nella testa dell’attrice che, tra l’altro, recita anche una piccola parte in Tutta la vita davanti.
   

Con l’attrice in scena, Fortunato Cerlino e Carmine Borrino per la regia di David Emmer. In un ambiente claustrofobico, opprimente, le operatrici offrono buoni omaggio alle casalinghe, sperando che in un secondo tempo i venditori riescano a smerciare alle sventurate signore qualche elettrodomestico.

 

Le parole, l’essere convincente, sono gli strumenti e la chiave di volta delle lavoratrici precarie, ma in realtà domina la violenza tra azienda e venditori, come tra venditori e possibili acquirenti. In questa scatola lager si mette in evidenza un mondo dove la fanno da padroni slogan altisonanti, frasi rimbombanti. Tutto ruota intorno alla parola successo, che si basa sul numero degli appuntamenti fissati. E qui sta la bravura delle operatrici: convincere le casalinghe per un appuntamento.

 

Con la telefonista, Fortunato Cerlino che fa il capo e un altro venditore, Carmine Borrino, molto battagliero. Tra riunioni motivazionali e tecniche di dissimulazione telefonica, tra dimostrazioni e viaggi premio, l’intento della pièce è quello di strappare qualche risata. E in effetti ce ne sono tante, perché la commedia diverte e gli attori sono tutti bravissimi.
Giancarlo Leone