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Enzo Brunori al Vittoriano di Roma

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Enzo Brunori in mostra
al Vittoriano di Roma

Nella Sala centrale del Complesso del Vittoriano a Roma si può ammirare, fino al 16 maggio 2008, un’antologica dell’artista perugino, Enzo Brunori (1924-1993) e la sua poetica del colore, con 60 opere. Curata da Enrico Crispolti, ha un catalogo con schede esplicative, edito da De Luca.
Emilia Dodi

Il maestro Enzo Bruno all'opera 

 

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Enzo Brunori fu artista sempre coerente con le sue idee, arrivato a Roma, nel periodo cruciale della disputa tra astratto e figurativo, rappresentò nel secondo novecento, con grande coerenza il suo pensiero, con la naturale evoluzione della sua arte, cioè quella che Enrico Crispolti ha chiamato “la poetica del colore”. Giustamente nella riscoperta di alcuni artisti del secondo novecento, non allineati, Brunori non poteva certo mancare.
Enzo Brunori - Autoritratto, 1944  

Iniziando con il figurativo, e qui ci sono due opere che rappresentano questa fase, l’Autoritratto degli anni 1944 e Le Ballerine del 1945, già alla fine degli anni ’40 la sua figuratività si stemperò divenendo astrazione geometrica, come nell’opera sedia, cappotto, cappello del 1950, pezzo che fece parte della sua prima mostra romana.

Enzo Brunori - Sedia, Cappotto, Cappello 1950

In seguito, già dalla metà degli anni ’50, fu il colore a prendere il sopravvento, e, degli anni ’60 ci sono tra le tante, due bellissime tele l pittore e la luna del 1962 e Rovente del 1964.

Enzo Brunori - Scogli al Tramonto, 1957

Molto importanti per capire l’individualità di Brunori, le due opere ovali, Rinasce il giorno del 1961 e il Grande specchio di pari data, dipinte nel periodo dell’informale, movimento che auspicava l’immediatezza, della quale l’artista in queste opere, non tenne certo conto.

Enzo Brunori - Il Pittore e la Luna, 1962

Molto interessanti le tele dal titolo Lo sciamano del 1969,1974, 1976 che ipotizzano la condizione esistenziale del pittore, nonché Lo sciamano blu del 1976, che va interpretato come un alter ego dello stesso.

Enzo Brunori - Sciamano Bleu, 1976

Nelle tele dalla metà degli anni’70 in poi, come in Gabbiani del 1983, sono evidenti nella sua colorazione alcuni elementi reali, così come nelle tre nelle opere dedicate all’Albero di AAchen del 1982 e maggiormente in quella del 1992, dal medesimo titolo, tutta giocata sui toni del verde.(6-1) La tela I riflessi del 1990, ha i colori preferiti dall’ultimo Monet. Una mostra che merita di essere visitata per conoscere meglio questo maestro del colore.
Emilia Dodi

Enzo Brunori - L'Albero di Aachen, 1992