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L’ultima Missione (MR 73)

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L’ultima Missione (MR 73)

Olivier Marchal, già regista di Gangsters (2002) e del sorprendente 36 Quai des Orfèvres (2004), ritorna a lavorare con Daniel Auteuil in un nuovo poliziesco, “L’ultima missione”, ambientato tra le atmosfere mefitiche di una Marsiglia industriale contrapposte alla dorata e perfetta campagna provenzale.
Alessandro Pauciullo

 

 

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Dopo il brutale omicidio dei suoi genitori avvenuto 25 anni prima, Justine vive nella solitudine tipica di coloro che credono di non meritare più nessun futuro. Ma il rilascio anticipato di uno degli assassini risveglia in lei angoscia, paura e dolore. Justine trova conforto e compassione in Louis Schneider, un poliziotto alla deriva della Squadra Omicidi di Marsiglia, una città nella quale crimini particolarmente efferati e brutali continuano a restare misteriosamente impuniti, mettendo in cattiva luce la polizia. Schneider, un individualista incorruttibile, decide di mettersi contro i suoi superiori e apre un’inchiesta che lo condurrà alle soglie dell’inferno.

 

L’ultima missione (MR 73) www.mr73-lefilm.com non va considerato come il sequel di 36, ma sarebbe meglio leggerlo come terzo capitolo di una trilogia iniziata nel 2002 con Gangsters, una trilogia che tratta temi quali la solitudine, la disperazione e la perdita dei propri riferimenti.

 

Si tratta di tre film incentrati sulla mancanza di lealtà all’interno di un’istituzione che è profondamente corrotta e sulla delusione di coloro che rappresentano le sue stesse fondamenta. Lo stesso Marchal ha dichiarato che con questi tre film ha voluto espressamente rendere omaggio ai poliziotti che ha conosciuto, poliziotti abbandonati dai loro stessi colleghi, traditi dai poteri superiori e logorati da un mestiere che mettono prima di ogni altra cosa.

 

Il regista inoltre ha rivelato di esser stato spinto a girare il film per due motivi: per mettere in luce una vicenda realmente accaduta negli anni ’80ma non poi così distante dal mondo di oggi fatto di violenza e confusione” e per rendere omaggio alle famiglie delle vittime uccise dal serial killer, poiché “in Francia sui giornali si tende a parlare sempre dei criminali ma mai delle vittime”.

 

La pellicola è ambientata a Marsiglia, scelta scaturita principalmente dal desiderio di Marchal di allontanarsi dalle immagini del precedente lavoro e di Parigi, mantenendo però intatta quell’atmosfera tentacolare tipica di una grande metropoli e rendendo così la città stessa elemento costante e insidioso, uno dei protagonisti della storia.

 

In definitiva, se nel primo film di questa trilogia si celebrava la figura archetipica del gangster e nel secondo si partiva dal mitico Quai des Orfèvres parigino, L’ultima missione si lascia pilotare dalle sofferenze indicibili e senza uscita del protagonista.

 

Daniel Auteuil è ancora una volta sorprendente e credibilissimo nei panni dell’anti-eroe noir, del poliziotto disilluso la cui vita è stata tragicamente segnata dalla morte della sua bambina.

 

Grazie ad una messa in scena estremamente cruda e passionale, Marchal fa sì che i suoi personaggi fuoriescano dallo schermo, quasi in una sorta di immedesimazione con lo spettatore, coinvolgendolo direttamente in un mondo dove idee e valori hanno perso di significato e i “cattivi” non stanno da una parte sola.
Alessandro Pauciullo