L’insensatezza della guerra nella satira al vetriolo di Flaiano
Scritto all’indomani della fine del secondo conflitto mondiale “La guerra spiegata ai poveri” di Ennio Flaiano è ancora oggi (o oggi più che mai?) una satira di bruciante attualità. La porta in scena all’Argot Studio di Roma il regista e interprete Francesco Frangipane. Fino al 20 aprile. Gloria Bondi
In questo momento sono in atto nel mondo 27 conflitti e 10 Paesi sono sull’orlo di una guerra. Portare in scena “La guerra spiegata ai poveri” di Ennio Flaiano ha senso oggi più che mai. La piéce, scritta nel 1946, proprio all’indomani della fine della seconda guerra mondiale, è infatti una satira graffiante e feroce sulla guerra e chi la scatena. Nel testo di Flaiano ci appare evidente quanto sia insensata la barbarie bellica e come, troppo spesso, essa venga scatenata in modo cinico e opportunistico, senza reali motivi. Un Flaiano al vetriolo ci consegna il ritratto di una classe dirigente inetta, imbarazzante e sconclusionata.
Un presidente, i suoi ministri e perfino un alto rappresentante del clero in grado di scatenare un conflitto destinato a durare ben 15 anni, ma incapaci di spiegare ad un povero giovane chiamato alle armi cosa sia la guerra. Una messa in scena molto interessante, che coniuga in modo armonioso l’importanza del contenuto con tante belle idee sceniche e condisce il tutto con una serie di splendide canzoni d’autore ben scelte e ben eseguite.
Ennio Flaiano
Bravi tutti gli interpreti - Massimiliano Benvenuto, Francesco Cutrupi, Davide D’antonio, Toni Fornari, lo stesso Frangipane, Francesco Sala, e Vanessa Scalera – giovani ma talentuosi e assolutamente all’altezza della situazione. Da non perdere per chi ama il teatro di impegno e contenuto. E per non dimenticare. Gloria Bondi