Il ritorno dei dipinti della collezione del Gruppo Banca popolare di Vicenza
Erano scomparsi, finiti all’estero, chissà dove, lontani dal luogo d’origine. Da una decina d’anni la Banca Popolare di Vicenza, la prima banca popolare del Veneto, raccoglie testimonianze significative d’arte veneta con l’obiettivo di ricomporre almeno in parte il patrimonio artistico nazionale andato disperso nei secoli. Capolavori dall’Italia all’Europa, al mondo. Che qualche volta ritornano. E per merito dei privati. Laura Gigliotti
Bartolomeo Montagna Vicenza 1465/70 ca. - Venezia 1537 Madonna col Bambino Olio su tavola, 78,5 x 60,5 cm
Capolavori che ritornano” s’intitola la mostra, curata da Fernando Rigon e Isabella Lapi Ballerini, aperta fino al 15 giugno alla Fondazione Memmo di Palazzo Ruspoli (catalogo Skira). Capolavori sradicati dai luoghi d’origine e acquistati sul mercato nazionale e internazionale dalla Banca Popolare di Vicenza che negli ultimi dieci anni ha fatto rientrare un nucleo cospicuo di opere di autori veneti fra ‘500 e ‘800, destinate al palladiano Palazzo Tiene di Vicenza, prestigiosa sede storica dell’istituto.
Giovanni Bonconsiglio, detto Marescalco Vicenza, 1465/70 circa – Venezia, 1537 Madonna col Bambino Olio su tavola, 78,5 x 60,5 cm
Con l’inserimento di Cariprato le raccolte artistiche della banca vicentina si sono integrate con i “ritorni”, relativi ad artisti toscani fra ‘300 e ‘900, promossi dalla banca pratese ed esposti nel Palazzo degli Alberti di Prato. La stessa operazione ha interessato recentemente la Banca Nuova e la sua sede siciliana. A Palazzo Ruspoli viene presentata una selezione di 108 opere d’arte fra le più significative della raccolta, cui sono accostate altre provenienti da musei pubblici e raccolte private in un insolito faccia a faccia, esaltato dal teatrole allestimento di Ezio Frigerio.
Jacopo Robusti detto Tintoretto Venezia, 1519 – 1594 Ritratto di Gentiluomo (con cappa bordata di ermellino) 1575 ca. Olio su tela, 67 x 56,5 cm
Dipinti e sculture sono esposti secondo ambiti territoriali e ordine cronologico. Dal Rinascimento toscano a quello veneto, dal‘500 al ‘600 al ‘700. Al centro un nucleo di dipinti di altissimo valore, detto “tesoro” e contraddistinto da Frigerio dal fondo oro. Per ovviare ai problemi di spazio, una duplice galleria, veneta e toscana, ripropone un’ideale quadreria sei-settecentesca e termina nel punto di fuga prospettico della rotonda delle sculture. Fra molti artisti di qualità ma poco noti si segnalano alcune punte di eccellenza. Si pensi ai Bassano a Tintoretto, a Tiepolo. Di Domenico Riccio, detto Brusasorci, lo splendido Ritratto di Cecilia Chiericati con abito all’ungheresca, il prezioso “sgridato” e il cagnetto da grembo.
Giandomenico Tiepolo Venezia, 1727 - 1804 Testa di vecchio Olio su tela, 53,3 x 45,7 cm
Strepitose le cinque tele dei Bassano, Jacopo da Ponte il padre, Francesco e Leandro i figli. Di Francesco, il maggiore e più dotato, l’Adorazione dei Magi, che ha come punto di riferimento la tela della Galleria Borghese, quasi fotocopia l’una dell’altra. Vano, dice il curatore, indagare la mano, essendo nella collegialità orchestrata da Jacopo la grandezza e novità del fenomeno bassanesco.
Giannantonio Pellegrini Venezia, 1675-1741 Venere e Amorino Olio su tela, 82 x 65 cm
Intrigante la serie dei ritratti. Si passa dalla nobiltà delle tre opere di Tintoretto, al ritratto grottesco di Pietro Vecchia, alla splendida Testa di vecchio che Giandomenico Tiepolo dipinge negli anni in cui col fratello Giambattista affresca Villa Valamarana ai Nani. Di Michele Fabris detto Ongaro per la sua origine ungherese, un busto di filosofo in marmo d’intensa carica espressiva, che conserva ancora la ceratura originaria. Nel “tesoro” si concentrano capolavori di varie epoche.
Filippo Lippi Firenze, 1460 ca. – Spoleto, 1469 Madonna col Bambino Tempera trasportata su tavola, 28,8x22,4 cm
E frammenti preziosi esportati in Francia, come la Madonna col Bambino di Filippo Lippi, che lascia ipotizzare una provenienza medicea. Di Giovanni Bellini il Crocifisso con cimitero ebraico dallo stupefacente paesaggio e un altro Crocifisso, proveniente dalla Collezione Colonna, con una croce che sembra librarsi nell’aria.
Giovanni Bellini Venezia, 1432/1434 – 1516 Crocifisso con cimitero ebraico Tavola, 81x49 cm
Una Madonna con Bambino del 1497, recuperata in Inghilterra, è ricongiunta a due santi di una pala d’altare veneziana, smembrata e dispersa al momento della caduta della Serenissima.
Michelangelo Merisi da Caravaggio Milano, 1571 – Porto Ercole, 1610 Coronazione di spine Olio su tela, 178x125 cm
Il viaggio prosegue con un’Incoronazione di spine che Mina Gregoriascrive a Caravaggio e si conclude, dopo una specie di Pantheon delle sculture di Lorenzo Bartolini, allievo di Canova, con una selezione di opere che vanno dal neoclassicismo al futurismo. Laura Gigliotti
Lorenzo Bartolini Savignano, Prato, 1777 – Firenze, 1850 La fiducia in Dio Marmo, 64 cm