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L’Avaro di Moliere con Carlo Croccolo

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Intervista a Carlo Croccolo

Moliére, geniale e contemporaneo

In scena al Teatro Ghione di Roma, Carlo Croccolo torna al suo pubblico nei panni dell’irresistibile Arpagone, l’avaro tratteggiato da Moliére che diventa, nell’interpretazione di Croccolo, emblema di tutti gli ingenerosi nei confronti della vita, della sorte e della giovinezza perduta.
Gloria Bondi

 

 

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Si sono concluse fra gli omaggi di un pubblico coinvolto e divertito, le repliche del L’Avaro di Moliére al Teatro Ghione di Roma, per la regia di Maurizio Annesi e l’adattamento di Nicasio Anzelmo. In scena, nei panni di Arpagone, un Carlo Croccolo che dimostra ancora una volta quanto talento e mestiere sappia regalare al suo pubblico in ogni interpretazione.

 

Al centro di una compagnia di giovani affiatati e talentuosi ( in scena assieme a lui Cristina Caldani, Carlo Altomonte, Fabio Fusco, Fosca Banchelli, Titta Graziano, Vincenzo de Luca, Manuele Piemonti, Alessandro Epifani, Maurizio Semeraro), Croccolo mette in risalto tutta la forza e la contemporaneità del personaggio e delle dinamiche umane che innesca, dal suo debutto, nel 1668 al Palais Royal, infatti, L’Avaro di Moliére continua a divertirci e a sorprenderci, non avendo perduto nulla della sua comicità graffiante e della sua divertente impertinenza.

 

L’interpretazione di Croccolo mette in risalto non solo l’avarizia, ma soprattutto l’ingenerosità del personaggio nei confronti della vita. Una vita che sente sfuggirgli fra le mani e dei giovani con cui si pone in aperta e spiazzante rivalità, arrivando a pretendere per sé una fanciulla che potrebbe essergli figlia e che di fatto ha rapito il cuore del suo erede.

 

Bella e molto apprezzata l’idea di mettere in pratica quelle che erano le indicazioni dello stesso Moliére riguardo l’opportunità, per l’interprete principale, di dialogare direttamente con il pubblico, rendendo più colloquiale la rappresentazione e restituendoci anche la sua allure fascinosa di opera di corte.

 

Una corte, come sappiamo, che non risparmiò a Moliére polemiche e censure, ma che non impedì al grande commediografo di graffiare a fondo contro le storture e le ipocrisie dell’epoca.

 

Quella di Annesi è una messa in scena classica e avanguardista al tempo stesso, sicuramente gradita da un pubblico adulto, ma anche dai più giovani, che potranno così avvicinarsi in maniera divertente, ma anche filologicamente ineccepibile, all’opera del grande Moliére.
Gloria Bondi