La Biblioteca di Federico di Montefeltro è stata ricostruita a Urbino nel Palazzo Ducale, luogo per il quale è nata, ed è visibile sino al 27 luglio 2008. La mostra curata da Claudia Caldari, Lorenza Mochi Onori e Marcella Peruzzi, fa entrare il visitatore anche virtualmente, consentendogli di vedere i testi. La mostra è organizzata da Artemisia. Savina Fermi
Dopo 350 anni la Biblioteca creata da Federico di Montefeltro trasferita da Urbino alla Biblioteca Apostolica Vaticana, ritorna in sede, permettendo ai visitatori la visione di testi che fin’ora potevano essere fruiti solo dagli studiosi.
Federico fu un mecenate di prim’ordine, spendendo circa 40.000 ducati per la sua costituzione e gli diede un indirizzo enciclopedico. Occupandosene personalmente, fece compilare un catalogo da Federico Veterano.
La grandiosa raccolta contiene testi sacri, letteratura classica, opere umanistiche, tecnico-scientifiche, tutte elegantemente miniate, alcune anche a pagina intera.
La bella biblioteca, all’epoca la più importante d’Occidente, andò poi a aumentare quella Vaticana. I miniaturisti e i copisti furono chiamati sia in ambito fiorentino, come le opere uscite dalla bottega di Vespasiano da Bisticci o del monaco camaldolese Bartolomeo della Gatta, che in ambito ferrarese, come Franco de’ Russi e in quello urbinate.
Gli operatoriimpiegarono più di 14 anni e furono circa 40 . Accompagnano la mostra anche bassorilievi con i ritratti dello stesso Federico e della consorte Bianca Sforza.
La visualizzazione tridimensionale multimediale che accompagna i testi, si deve a Paolo Baroni e permette di sfogliare i libri esposti in teche, così come, sempre virtualmente, si potrà vedere com’era all’epoca la biblioteca stessa.
Mostra interessante anche per i non addetti ai lavori. Savina Fermi