A Ravenna nel Complesso di San Nicolò è celebrato l’Otium delle Domus Romane. Sono presenti mosaici, affreschi, statue, erme e altro, di provenienza emiliano-romagnola e dell’area vesuviana. Curata da Carlo Bertelli e Luigi Malnati, ha un catalogo Skira. Savina Fermi
Con un centinaio di reperti, Ravenna ha preparato un’esposizione che fa conoscere come l’Otium dei patrizi romani all’epoca imperiale, fosse tutt’altro che coincidente con quello che viene chiamato il padre dei vizi. Infatti l’Otium per i romani di età adrianea, era una necessità che permetteva loro di escludere i commerci e dedicarsi alla cura della mente, ai convivi, alla conversazione e alla cura del corpo.
I curatori hanno voluto ben chiarire che senza l’ozio non avremmo avuto la possibilità di conoscere i testi di Cicerone, Seneca,Plinio eneppure quelli di Sant’Agostino che, nel 386 d.C. si concesse un periodo di riflessione, come scritto dal Prof. Bertelli, in catalogo, citando anche gli ozi della Tenuta del Filosofo (PiazzaArmellina), della Villa dei Valeri a Roma e la Domus dei Tappeti di Pietra. Questa domus, rinvenuta a Ravenna, del II secolo, aveva i pavimenti in mosaico a forma geometrica. In città si è trovata anche in una villa, una vasca termale trasformata poi, in fonte battesimale.
Dalle Marche proviene la statuetta in argento raffigurante Sofocle del I-II secolo d.C.
Inoltre fanno bella mostra le pitture di ambiente vesuviano e le bocche da fontana a forma di anatra in bronzo, prestate da Modena.
Dal Museo National de Arte di Merida proviene la stele di Lupatia Lupata. Ci sono anche oggetti di uso ludico e quotidiano, tra i quali il bel corredo da gioco del III-IV secolo d.C. L’Otium , ideale di vita filosofica, era di derivazione etrusca, dove le grandi famiglie unite ai patrizi romani, ne avevano influenzato i costumi. Per dirla come Luigi Malnati“ In definitiva si può dire che l’otium acquista dignità e diventa stile di vita delle classi privilegiate grazie alla doppia influenza esercitata a Roma dalla tradizione culturale etrusca e dalle concezioni filosofichedell’ellenismo”.Ravenna, luogo clou della cultura, non dimenticando il periodo bizantino, medievale, rinascimentale e ora contemporaneo, grazie al MAR, è giusto che si sia adoperata per promuovere questa raffinata esposizione che ci mostra il mondo romano da una diversa angolazione. Savina Fermi