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Semo o nun semo

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Il ritorno della canzone romana doc

Dal 27 marzo al 6 aprile, al Teatro Olimpico di Roma, dopo l’enorme successo degli anni scorsi, ritorna lo spettacolo di Nicola Piovani, Semo o nun semo con i veterani Pino Ingrosso, Donatella Pandimiglio, Massimo Wertmuller e le nuove entrate Raffaella Siniscalchi e Carlotta Proietti.
Giancarlo Leone

 

 

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Dal 27 marzo al 6 aprile al Teatro Olimpico di Roma va in scena Roma per la stagione dell’Accademia Filarmonica Romana. Dopo gli enormi successi di pubblico e di critica degli anni passati è ritornata anche quest’anno la Roma ruffiana e sognatrice, sbruffona e romantica della canzone romana rievocata nello spettacolo, ormai un cult, di Nicola Piovani, Semo o nun semo, realizzato in collaborazione con l’Ambra Jovinelli e la Compagnia dell’Ambra.

 

 

Nicola Piovani, nella duplice veste di pianista e direttore, ha cercato anche questa volta di restituire la loro veste teatrale originaria ad alcune delle più famose canzoni romane in uno spettacolo creato in concomitanza dei festeggiamenti del centenario di Villa Borghese.Il titolo dello spettacolo è anche il titolo di una canzone di Romolo Balzani che calza a pennello per questa serata di canzoni classiche romane.

 
Certo la storia della canzone romana non è così vasta e tradizionale come quella napoletana, ma anche se il tono è “minore”, ma non nel vero senso della parola, ha permesso di ritagliare una serata per risentire stornelli, serenate, saltarelli tramandati nel tempo. Per l’occasione in palcoscenico si sono ritrovati tre veterani dello spettacolo, i cantanti Pino Ingrosso, Donatella Pandimiglio e l’attore Massimo Wertmuller nonché due nuove entrate, Raffaella Siniscalchi e Carlotta Proietti, figlia del grande Gigi. In più una bella orchestra di 6 elementi e la serata prende piede. 

 

 Tante le canzoni belle cantate; ricordiamo: Sangiovanni, Le streghe, L’eco der core, Affacciate Nunziata, Nina si voi dormite, Roma nun fa la stupida stasera, Barcarolo romano, Lulù, Tanto pè cantà, Roma forestiera, Vecchia Roma.

 
Uno spettacolo impregnato di nostalgia per la Roma che fu, la Roma dei primi del Novecento, uno spettacolo dedicato ad una città unica al mondo, dove tra gli stornelli lanciati dalle splendide voci di Raffaella Siniscalchi e Carlotta Proietti, i gorgheggi di Pino Ingrosso, le melodie cristalline di Donatella Pandimiglio e le esilaranti note di Massimo Wertmuller che legge, infioretta ed improvvisa gustosi quadretti del passato, la serata trascorre piacevolmente. Da vedere.
Giancarlo Leone