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Ricordi dell’antico

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Ricordi dell’antico

A Palazzo Caffarelli nei Musei Capitolini a Roma, fino all’8 giugno 2008, si può visitare la mostra dei ricordi antichi riferiti al tempo del Grand Tour. I pezzi sono 134 tra sculture, tele, grafica, disegni, porcellane e arredi del ‘700. Curata da Andreina d’Agliano e Luca Melegati, ha un catalogo Silvana editoriale.
Emilia Dodi

 

 

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E’ noto come all’epoca del Grand Tour, fosse invalso da parte dei viaggiatori, il desiderio di acquistare reperti antichi, procedendo così a una spogliazione del patrimonio nazionale. Sotto Papa Pio VI continuò l’obbligo di richiedere la licenza d’estrazione , mentre regnante Papa Pio VII, ci fu il divieto assoluto di vendita di pezzi archeologici all’estero. Questo portò a creare fabbriche per la riproduzione delle opere antiche.

 

Si rifecero così, in diversi materiali, le opere più note della Roma antica e quelle delle collezioni archeologiche. L’incisore veneziano Giovanni Trevisan detto Giovanni Volpato creò nel 1785 a Roma, la fabbrica di bisquit, che realizzò pezzi ideati da vari artisti. Altra manifattura importante fu quella fiorentina di Ginori a Doccia e quella della Real fabbrica di Napoli, nonchè le sculture in bronzo del Valadier e di Francesco e Luigi Righetti. Per la sezione pittura ci sono quattro importanti tele di Giovan Paolo Panini, l’artista che più di ogni altro, creò opere immettendovi reperti archeologici, chiamandoli Capricci, nonché le tele di Antonio Joli e di Pompeo Batoni che fanno da cornice alle realizzazioni dell’epoca, unitamente ai disegni e alla grafica.

 
La scultura, sezione molto nutrita e interessante, propone tra le altre, la Venere Callipigia e l’Apollo del Belvedere realizzate da Luigi Valadier, mentre di Giacomo Zoffoli ci sono Amatea e il piccolo Giove e Perseo libera Andromeda, di Francesco e Luigi Righetti, il Toro farnese e Castore e Polluce, nonché il tripode in bronzo dorato del Museo di Capodimonte.

 

Bellissime le porcellane italiane delle Manifatture Ginori, come il Fauno danzante, la Venere Medici e l’Apollo, di Gasparo Bruschi. Notevoli quelle delle Reali fabbriche di Napoli come i bisquits e i piatti, tra i quali spicca il servizio da dessert di Carolina d’Austria.

 
Di Giuseppe Volpato c’è il gruppo di Apollo e le nove muse del 1786-88, mentre per la porcellana europea ci sono esempi di Wedgword, di Meissen, della Manifattura Imperiale di Vienna, di Nymphenburg e quella di Sévres con i pezzi del tempo di Napoleone I.

 

All’inaugurazione serale, è stata proiettata sul Palazzo dei Conservatori, una scenografia di Livia Cannella.
Emilia Dodi