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Giovanni Baronzio e il ‘300 riminese

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Giovanni Baronzio e il ‘300 riminese

La Galleria Nazionale d’Arte Antica di Palazzo Barberini a Roma, propone, fino al 18 maggio 2008, una piccola ma raffinatissima mostra tematica, dedicata alla Scuola riminese del ‘300 e in particolare al dittico di Giovanni Baronzio, riunito per la prima volta. Curata da Daniele Ferrara, ha un interessante catalogo edito da Silvana editoriale.
Emilia Dodi

Giovanni Baronzio storie della passione

 

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La mostra è promossa in unione con la Fondazione Cassa di Risparmio di Rimini che possiede una parte del dossale  Corvisieri, dalla collezione romana al quale apparteneva, opera commissionata a Giovanni Baronzio nella seconda metà del ‘300 dai Francescani della Chiesa di Villa Verrucchio. Il dossale ( pannello decorativo longitudinale da porre su un altare) si suppone essere stato non un dittico, ma un trittico del quale non si conosce la sorte della parte centrale, dove si pensa essere stata ubicata la Crocifissione.

Giovanni Baronzio Storie della Passione

Narra la passione di Cristo fino alla Pentecoste. Il pannello riminese di sinistra è su due registri e parte dall’ultima cena, orazione nell’orto, cattura di Cristo, Cristo dinnanzi a Caifa e Erode, Cristo spogliato, flagellazione, incoronazione di spine e salita al calvario. Quello di destra appartenente alla Galleria Nazionale d’Arte Antica, inizia con la Deposizione, la Pentecoste, Ascensione, Compianto di Cristo morto, Resurrezione e discesa di Cristo al limbo.

Giovanni Baronzio Storie della passione
Il dossale, restaurato a spese della Fondazione riminese sotto la direzione di Daniele Ferrara, per il supporto ligneo è stato affidato a Pier Paolo Monfaldini e per la superficie pittorica a Ilir Shahoilli. Ora,unito,permette di essere ammirato in tutta la sua bellezza, mostrando quanto la scuola riminese interprete delle novità giottesche, avesse raggiunto alte vette pur nel modesto periodo della sua durata. A conferma, intorno al dittico, ci sono tavole di artisti riminesi che permettono il confronto con Giotto, non solo, ma mostra come gli  altaroli che sono indicativi di committenza privata, non siano in alcun modo inferiori alle opere pubbliche. Così all’ingresso esposizione sulla destra, ci sono le piccole opere tra le quali di Giovanni Baronzio la Crocifissione e la tavoletta con i Santi Francesco, Giovanni Battista, Ludovico da Tolosa e Orsola, prestate dalla Pinacoteca Vaticana.
Giovanni Baronzio:parte inferiore della Crocefissione I Santi
A sinistra, proveniente dalla Fondazione Cini di Venezia ,c’è il foglio di corale, miniato da Neri da Rimini. Di Pietro da Rimini c’è la Resurrezione della Fondazione riminese. Seguono le opere di committenza pubblica, tra le quali il Crocefisso di Giovanni da Rimini del Museo della città.

Crocefissione di Giovanni da Rimini
Bellissima la testa del Cristo, sempre di Giuliano e l’affresco staccato della Nascita del Battista del Maestro dell’Incoronazione di Urbino . Della Galleria Nazionale delle Marche sono la Crocifissione e il Polittico dell’Incoronazione, nonché del Maestro del Verrucchio, la Crocifissione, Vergine Annunciata.

Crocefissione e Vergine annunciata di Maestro di Verrucchio

Queste opere dimostrano come i pittori della Scuola riminese abbiano lavorato anche nelle Marche. Un’esposizione con pochi pezzi di straordinaria fattura, che compongono, intorno al dittico del Baronzio, un insieme che fa conoscere l’importanza di questa scuola trecentesca.
Emilia Dodi

Incoronazione della Vergine di Guglielmo da Rimini