La Cura del Bello al MAR di Ravenna

Al Museo d'Arte, al Museo Nazionale e alla Biblioteca Classense di Ravenna, si celebra Corrado Ricci ( 1858-1934), storico dell’arte, importante per la museologia e per i Beni culturali, con più di 100 opere di artisti dei quali si occupò nei musei, con gli scritti e per la tutela del paesaggio. Curata da Andrea Emiliani e Claudio Spadoni con un importante Comitato scientifico, ha un catalogo Electa.
Dodi Emilia

Locandina della mostra

 

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Questa grande esposizione è la terza che il MAR dedica a uno storico dell’arte, prima il Longhi, poi l’Arcangeli e ora Corrado Ricci, colui che ha contribuito a creare la prima legge di tutela italiana del patrimonio, nel 1909. Si può asserire che sia nata con Ricci la figura del sovrintendente.

Guido Reni - La Giustizia

Inoltre, con la sua determinazione e sensibilità mentale, riuscì a far acquisire alcune opere a vari musei. Questa mostra è un progetto che celebra il centocinquantesimo della sua nascita a Ravenna. A 14 anni si iscrisse all’Accademia delle Belle Arti dimostrando grande sensibilità artistica, iniziando con la guida della città nel 1877 e i suoi scritti che la celebravano. Si laureò in giurisprudenza nel 1893 a Bologna, continuando ad essere sia letterato che storico, con pubblicazioni su Dante e con l’ingresso nei circoli culturali della città, dando vita ai primi progetti di unione del patrimonio artistico d’Italia, dedicandosi anche alla politica con la formazione della Deputazione di Storia Patria per le Province.

Parmigianino - Sposalizio di Santa Caterina
Creatasi la prima sovrintendenza italiana nel 1898, divenne sovrintendente a Ravenna, dove trovò in uno stato di grande degrado i celeberrimi mosaici, che con la sua organizzazione mentale, fece restaurare. Si può asserire che fu anche il primo storico del restauro, impiegando all’uopo il mezzo fotografico, per una sistemazione storico-filologica. Si occupò anche del restauro del Tempio Malatestiano di Rimini. Tutto il suo archivio lo lasciò alla Biblioteca Classense, visibile per questa mostra unitamente a tutti i suoi scritti. Divenuto Senatore del Regno, si adoperò per avere i fondi necessari alla tutela dei Beni, dimettendosene nel 1919 per raggiunti limiti di età.

Guido Cagnacci - Cleopatra

Nel 1903 divenne Sovrintendente a Firenze, restando fino a quando fu nominato Direttore Generale delle antichità e Belle Arti, essendo stato prima direttore e riordinatore delle collezioni di Modena, Parma e Brera. A Firenze iniziò subito sistemando gli Uffizi  con un percorso cronologico-didattico, lasciando la Galleria Palatina con il suo carattere storico. Intervenne nel Museo dell’Accademia, recuperando dipinti di autori coevi a Michelangelo, dando una nuova sistemazione al David, mettendo I Prigioni destinati alla tomba di Giulio II e il San Matteo per Santa Maria del Fiore, ai lati, ottenendo, come detto da Antonio Paolucci, una “laica-sacralizzazione”. Fu uno dei fondatori della Storia dell’Arte Italiana. Impossibile citare tutte le 123 opere in mostra, basterà parlare della Madonna con Bambino del Beccafumi da Siena, quella da lui acquisita per gli Uffizi di Jacopo Bellini e dei quattro pezzi del Moroni.

Domenico Beccafumi - Madonna con bambino
Ben documentato il 500 lombardo-parmense, e una sala dedicata al Rembrandt. Per la tutela del paesaggio per la quale Corrado Ricci si era molto battuto, ci sono tra gli altri, cinque pezzi di Ippolito Caffi, due del Bertelli e due di Telemaco Signorini. Una mostra che merita un viaggio a Ravenna.
Emilia Dodi

Ippolito Caffi - Panorama di Roma