Eimuntas Nekrosius, giunto al livello artistico più alto nel teatro europeo, ha diretto una splendida versione scenica di Anna Karenina, rappresentata all’Argentina di Roma. Carlo Vallauri
Nekrosius
Lo spettatore che si attendesse una mera riproposizione del celebre romanzo di Tolstoj rimarrebbe disilluso: infatti il grande regista lituano, proseguendo nel suo discorso stilistico, ha effettuato una geniale rielaborazione nella quale se i contenuti principali degli stati d’animo dei personaggi ripropongono le ansie ed angosce espresse dallo scrittore russo, la loro esternazione non pretende di seguire i moti interiori attraverso le parole, ma li trasforma in oggetti, corpi in movimento o altri elementi essenziali quali acqua, aria o addirittura fuoco.
Foto di scena di Anna Karenina
Sono tutte ineccepibili metafore di realtà umane.
I sentimenti individuali acquistano rilievo mediante una serie di atti che si susseguono e si mostrano con la forza della visione, dell’immagine teatrale realizzata. Cosi’ lo strappo rabbioso di vestiti femminili indica le contrastanti passioni delle due donne che eseguono quella rottura simbolica o la continua utilizzazione di piccoli mezzi meccanici suggerisce il pieno dispiegamento di eventi semplicemente accennati, come l’arrivo di un treno, oltre al fumo, introduce sul palcoscenico grandi cilindri rappresentativi altresì del trascorrere del tempo. E oltre a questi particolari aspetti dell’originale messa in scena, vi sono i momenti nodali del dramma intimo dei protagonisti, con i loro contrasti, lo sbocciare degli amori e delle speranze come delle grandi passioni e delle cocenti delusioni.
Nekrosius
Una interpretazione antirealistica al massimo grado: dalla felicità al dolore, dall’attesa di un figlio alla perdita di un familiare il destino è evocato da singolari richiami materiali, arricchendosi della partecipazione emotiva agli eventi vissuti, in una concezione estetica modernissima che tende a spiegare quel che vive nel profondo degli esseri umani attraverso una teatralità pura ed essenziale.
Foto di scena di Anna Karenina
Dalla pista di pattinaggio al ballo, dal corteggiamento alle malattie, dalla corsa dei cavalli ai sogni (una esasperata ed inquietante notte di Anna), dai matrimoni alla disperazione: un susseguirsi di realtà liete e drammatiche visivamente esposte nello stimolare la comprensione dello spettatore. Ed ogni gesto, ogni oggetto contiene una metafora illuminante.In questa cornice di grande empito espressivo la struggente e melanconica vicenda di Anna si inserisce in un contesto criticamente inteso e rappresentato, al di fuori di ogni schema convenzionale con l’efficacia propria della creatività autentica. Mascia Musy, triste con il marito Kerenin (Paolo Musio), ardente con l’amante Vronski (Paolo Mazzarelli), rivela una gamma di emozioni e di fremiti.
Foto di scena di Anna Karenina
La affiancano Vanessa Compagnucci (delicata Dolly) e Corinne Castelli (l’inquieta Kitty) mentre Annalisa Amodio, Renata Palminiello e Gilberto Colla sono i genitori dei protagonisti. Infine Alessandro Lombardo, Alfonso Postiglione, Nicola Russo, Nicola Cavallai e Paolo Pierobon pongono le figure degli altri personaggi insieme alla valente Gaia Zoppi.
Foto di scena di Anna Karenina
Abbiamo tenuto ad indicare nominativamente tutti questi attori perché ciascuno di essi ha dato allo spettacolo il meglio delle proprie qualità. Le scene mobili, di limpida trasparenza, sono di Marius Nekrosius, i costumi di Nadezda Gultiajeva. Raffinata la scelta delle musiche.Il Teatro di Roma ha così messo in risalto la produzione del Teatro Emilia Romagna e dello Stabile di Palermo. Carlo Vallauri