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10.000 AC – L’odissea di un eroe che cambiò il mondo

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10.000 AC

Dopo aver affrontato scontri epici contro astronavi aliene e catastrofi ambientali in pellicole di grandissimo successo come Independence Day e The Day After Tomorrow, il regista Roland Emmerich ritorna sul grande schermo con una spettacolare incursione nella mitica età delle profezie e degli dei, 10000 AC quando gli spiriti dominavano il mondo e giganteschi mammut imperversavano sulla terra.
Alessandro Pauciullo

 

 

a

In una tribù che vive isolata tra le montagne, un giovane cacciatore di nome D’Leh ha trovato l’amore della sua vita, la bella Evolet. Ma quando una banda di misteriosi signori della guerra, noti come i demoni a quattro zampe, assale il suo villaggio e rapisce Evolet, D’Leh si mette alla testa di un piccolo gruppo di cacciatori per inseguire gli aggressori fino alla fine del mondo e salvare la ragazza. Inoltrandosi per la prima volta in terre sconosciute, il gruppo non solo scoprirà l’esistenza di nuove civiltà, ma sarà costretto ad affrontare condizioni climatiche estreme e predatori preistorici.

 

Alla fine del loro eroico e durissimo viaggio i guerrieri venuti dalle montagne, assieme a numerosi membri di altre tribù che sono state attaccate dagli stessi mercanti di schiavi, si troveranno ad affrontare un impero che va oltre ogni immaginazione e dove un dio tiranno ha costretto in schiavitù la loro gente. Con il suo nuovo kolossal, Emmerich ha voluto trascinare letteralmente il pubblico in un’avventura senza precedenti. “Sono sempre stato attratto dall’idea classica del raccontare, come si è fatto per generazioni, tutti attorno a un fuoco” – ha dichiarato il regista – e quando il protagonista è l’uomo primitivo hai l’opportunità di raccontare storie di miti e di eroi che devono compiere imprese quasi impossibili.

 
Ho voluto realizzare un film che permettesse al pubblico di entrare in questo mondo lontano, totalmente diverso da quello che conosco”. Per accompagnare il pubblico in questo viaggio in un altro mondo e in un’altra epoca, il cast e la troupe hanno dovuto spostarsi da un capo all’altro del globo: dai gelidi inverni della Nuova Zelanda al clima caldo e umido di Città del Capo in Sud Africa, fino al deserto della Namibia. Lo sforzo produttivo è stato enorme, e non solo per il massiccio impiego di location esotiche, ma anche per la cura e la realizzazione degli effetti digitali.

 

Basti sapere che l’animazione dei mammut ha richiesto, per ogni singolo fotogramma, almeno una decina di ore di “rendering”, ovvero di resa dell’immagine: un secondo di film con i bestioni pelosi ha richiesto oltre 240 ore di lavoro. La sceneggiatura ha visto una stretta e attiva collaborazione tra lo stesso Emmerich e Harald Kloser, nel film in veste anche di compositore della colonna sonora, che ha messo in evidenza come la stesura dello script non sia mai stata caratterizzata da un approccio documentaristico, ma piuttosto abbia voluto far emergere la grande avventura del genere umano nel suo viaggio verso l’ignoto e in rapporto a forze misteriose che non sa spiegarsi. Il film, grazie anche a battaglie epiche e spettacolari sequenze con enormi piramidi e civiltà scomparse, ha dunque tutte le carte in regola per essere un grande successo e sbancare i botteghini di tutto il mondo.
Alessandro Pauciullo