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Onora il padre e la madre

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Onora il padre e la madre

Onora il padre e la madre per la regia di Sidney Lumet è fondamentalmente una tragedia shakespiriana, con un cast di qualità, da Philip Seymour Hoffman, a Ethan Hawke, Marisa Tomei, fino al leggendario Albert Finney. 120 minuti di una pellicola che scava a fondo nelle coscienze dei suoi protagonisti, tutti insoddisfatti, senza nessuna realizzazione di fondo. Non ci sono nè vincitori e nè vinti, tra droga, sesso, morte, inganni e sotterfugi in un finale duro e riflessivo. Un film straordinario.
Alessandro Gallippi

 

 

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Charles e Nanette Hanson hanno tirato su i loro figli in maniera eccellente. Andy è sposato con la moglie perfetta, percepisce uno stipendio molto alto come dirigente di una famosa azienda, mentre Hank, il più giovane, vive per la figlia e sta cercando di iscriverla ad una prestigiosissima scuola. Ma non è tutto oro quel che luccica, Andy ha seri problemi di droga e attinge alle casse dell’azienda per soddisfare la sua dipendenza, fin quando non ci sarà un ispezione finanziaria per controllare i movimenti di denaro della società. Ma anche Hank ha dei seri problemi con l’alcool, gli alimenti all’ex moglie da pagare e una relazione con la moglie del fratello.

 

Tutto sembra vacillare nel caos più totale sin quando Andy, non trova la soluzione a tutti i loro problemi, rapinare il negozio di gioielli dei loro genitori. Loro ruberanno i gioielli, li venderanno intascando i soldi, mentre i loro genitori intascheranno l’assicurazione e tutti saranno felici e contenti. Inutile dire che le cose non andranno come dovrebbero e di conseguenza i due fratelli verranno messi a dura prova in un escalation di eventi negativi.

 
Il film è diretto dallo straordinario regista Sidney Lumet, che ha al suo attivo capolavori della storia del cinema che vale la pena ricordare: “La Parola ai Giurati”, “A Prova di Errore”, “La Collina del Disonore”, “Rapina Record a New York”, “Serpico”, “Quel Pomeriggio di un Giorno da Cani”, “Assassinio sull’Orient Express”, “Quinto Potere”, “Il Verdetto”e tantissimi altri.

 

Una filmografia che parla da sè e nella quale il regista, ha sempre calcato i difficili rapporti umani, le debolezze, le sofferenze, in un mondo che non lascia spazio per confidarsi e redimersi. Questa pellicola è uno straziante urlo dell’anima esistenzialista, che scava a fondo nelle coscienze dei suoi protagonisti, tutti insoddisfatti, senza nessuna realizzazione di fondo.

 

E il cast che li rappresenta è di altissima qualità, da Philip Seymour Hoffman, a Ethan Hawke, Marisa Tomei, fino al leggendario Albert Finney. Tutti volti che trafiggono la natura distorta, imperfetta e complessa dell’uomo, diretti da un maestro del cinema assoluto che non ha mai sbagliato un film. “Onora il Padre e la Madre” è fondamentalmente una tragedia shakespiriana, dove non ci sono nè vincitori e nè vinti, tra droga, sesso, morte, inganni e sotterfugi in un finale duro e riflessivo.

 

Tutta l’esperienza di un cineasta come Sidney Lumet, viene trasmessa fotogramma per fotogramma, gli interrogativi, le frustrazioni, i vizi, le virtù e la cosa straordinaria, e che questi sentimenti contradditori, sono fatti di gesti e sguardi più che di solite parole, tanto sono intense le performance degli attori in quest’opera lumetiana che ancora una volta riesce a farci rimanere incollati alla poltrona. Straordinario.
Alessandro Gallippi