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Radice di due

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In due per dar forza all’amore

Al Teatro della Cometa di Roma, fino al 16 marzo, uno spettacolo scritto da Adriano Bennicelli, diretto da Enrico Maria Lamanna, che vede come unici protagonisti sulla scena Edy Angelillo e Michele La Ginestra. Una tenera storia d’amore che vede una coppia dividere, dall’adolescenza alla maturità, un’intera vita in comune tra alti e bassi.
Giancarlo Leone

 

 

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Dalla tenerezza di ingenui sguardi, tipici dell’adolescenza, alla scoperta della sensualità, fino alla voglia di condividere insieme una vita tra alti e bassi. Una bella, intensa e tenera storia d’amore quella raccontata nella pièce scritta da Adriano Bennicelli (vincitore della seconda edizione del Premio Diego Fabbri), Radice di due, diretta ottimamente da Enrico Maria Lamanna ed interpretata da Edy Angelillo e Michele La Ginestra, in scena al Teatro della Cometa di Roma fino al 16 marzo.

 

La pièce si gusta piacevolmente dall’inizio alla fine perché tratteggia in maniera chiara il percorso di due persone diverse come estrazione popolare (lei proviene da una famiglia agiata, lui da una famiglia povera ma dignitosa), ma profondamente innamorate, due persone, una coppia in cui molti potranno ritrovarsi perché in fondo sono due persone comuni, come ce ne sono tante. La storia racconta le strane e divertenti vicende di Geraldina e Tommaso, cominciata in tenerissima età nel giardinetto comune dietro casa. Poi i due, casualmente, si sono ritrovati al liceo e piano piano è esplosa la passione, consolidata poi in età adulta con una storia d’amore trascinante, coinvolgente, fatta di continui scontri, confronti e parziali bilanci, dove l’amore e gli affetti predominano sempre, forza corroborante del rapporto di coppia.

 

Se la storia è lineare ed ambedue i protagonisti sono ben affiatati in scena, merito anche dell’attenta regia di Lamanna, che non lascia spazio a nessuna sbavatura, curioso è il titolo, un titolo che fa pensare subito alla matematica. Sembra un rompicapo ma in realtà questo Radice di due è un gioco di parole, dove la parola “radice” vuole sviscerare i caratteri, le complessità dei due protagonisti che diventano coppia, mentre “due”, per l’appunto, perché si fa riferimento a due persone che si fondono e che si vogliono amare, a prescindere dalle loro estrazioni.

 

Sicuramente da vedere perché ci si diverte ma si riflette anche.
Giancarlo Leone