Lola Ponce e Giò Di Tonno hanno vinto la 58° edizione del Festival di Sanremo con la canzone Colpo di fulmine. Seconda classificata è stata Anna Tatangelo, terzo Fabrizio Moro. Vince il romanticismo. Giancarlo Leone
“Perdutamente mia” è il nuovo tormentone amoroso? Al Festival ha conquistato gli italiani e i due interpreti di Colpo di fulmine, l’argentina Lola Ponce ed il pescarese Giò Di Tonno hanno sbaragliato tutti vincendo la 58° edizione del Festival di Sanremo. “Se un uomo mi dicesse una frase così e fosse sincero, penso che mi innamorerei”. Di Tonno è ancora più esplicito: “Credo che diventerà un modo di dire molto popolare, se certe cose riescono molto bene a Federico Moccia con i suoi libri, lucchetti a parte, sono sicuro che i più giovani potrebbero trovarlo carino”. Visum ha intervistato i vincitori. La domanda sarà banale, ma quanto siete felici per questa vittoria? Lola: “E’ un sogno che si avvera. Siamo ancora sorpresi, facciamo uno sforzo per contenere la nostra felicità. In Argentina la canzone italiana è vista con tanto amore. Andando a Sanremo, e vivendolo da dentro, ho capito che ancora tutto è più bello”. Giò: “Sono felicissimo, anche per la mia regione, l’Abruzzo, che era conosciuta prima d’ora solo per gli arrosticini”.
Il rapporto tra voi e la vostra canzone è stata veramente un colpo di fulmine? Lola: “Quando Gianna Nannini ci ha fatto sentire questa canzone abbiamo avuto un unico pensiero: farla ascoltare a più persone possibili”. Giò: “Siamo rimasti stregati, ammaliati. E così abbiamo provato a portarla al Festival”.
Dopo la vittoria la Nannini vi ha cercato, che vi ha detto? Lola: “Non l’ho mai sentita così felice”. Giò: “Fin dalla prima esibizione era davvero entusiasta. Non ha smesso mai di ringraziarci, cosa che avremmo dovuto fare noi per il gioiello che ci ha regalato”. Con la giuria di qualità, nella serata finale, avete avuto qualche frizione? Giò: “Non mi sono arrabbiato. Mi ha solo dato fastidio la motivazione di una giurata che ha detto che questo pezzo probabilmente fuori dalla competizione non avrebbe funzionato. Se non si fosse saputo che era destinata ad un musical, per tutti sarebbe stata solo una bella canzone pop rock, senza alcuna polemica. Sono 13 anni che presento canzoni a Sanremo, questa volta c’erano tutti i presupposti per far bene. E così è stato”. Lola: “Le critiche? Sono convinta che ognuno deve fare il suo lavoro. Le accetto, senza nessun problema”.
Sul palco, per come avete interpretato la canzone, sembravate veramente innamorati. Lola: “Nella vita non lo siamo. Ma Giò è un talento unico. Lo dico io che sono la sua migliore amica”. Giò: “Lo so che hanno dubitato, ma è proprio così: io e Lola siamo solo amici fraterni”.
Come avete vissuto i giorni del festival così stressanti? Giò: “Siamo abituati al sacrificio. A teatro abbiamo fatto più di 500 repliche di Notre Dame de Paris che è stato un grande fenomeno popolare”. Lola: “Benissimo. E’ stata un’esperienza straordinaria. Anche se sono nata in Argentina, sono di origini italiane. Ero troppo orgogliosa di essere arrivata a Sanremo, dovevamo per forza piazzarci nelle prime posizioni”. Penso che quando mio nonno emigrò mai poteva pensare che un giorno sua nipote sarebbe diventata popolare a milioni di suoi connazionali”.
Avete progetti per il futuro oltre a Pia de’ Tolomei di Gianna Nannini prodotta da David Zard? Lola: “Ognuno di noi due ha un suo progetto discografico. Nel mio disco ci saranno le versioni spagnole di Come stai, un pezzo di Giò e della canzone del Festival. Oltre a un brano di Renato Zero che s’intitola Scommetti”. Giò: “E’ in uscita un mio cd con undici brani, dal titolo Santa Fè, in onore di Santa Filomena, il mio quartiere di Pescara. Nell’album torno a fare il cantautore. Ma il teatro non lo abbandonerò mai”. Giancarlo Leone