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Incontro con Gabriele Pignotta

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Incontro con Gabriele Pignotta

“Scusa sono in riunione, ti posso richiamare?” è il titolo del Progetto Speciale di teatro proposto a febbraio sulla scena del  De’ Servi a Roma. Visum ha intervistato l’autore, regista e interprete Gabriele Pignotta.
Eleonora Menicocci

 

 

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Un testo comunicativo interpretato con brio e un buon ritmo di regia caratterizzano “Scusa sono in riunione, ti posso richiamare?”, il Progetto Speciale di teatro proposto a febbraio sulla scena del De’ Servi a Roma.
Visum ha intervistato l’autore, regista e interprete Gabriele Pignotta.

Può presentare in poche battute il suo nuovo progetto di teatro?
“Partiamo dal titolo: ‘Scusa sono in riunione…’, il tormentone dei tempi moderni e, a volte, un pretesto simpatico per ritagliarsi pochi minuti di tranquillità. Ed ecco la storia:  cinque ex compagni d’università, seguendo strade diverse, si ritrovano immersi nel frullatore di un’esistenza frenetica, proiettati verso chissà quale carriera, sempre con meno tempo per riflettere e ascoltare gli altri. Un episodio li porterà a rincontrarsi. Si sviluppa così un confronto - spiega il regista ai nostri microfoni - che è soltanto un passaggio verso la seconda parte dello spettacolo. Un evento a sorpresa trasforma la pièce  in una commedia dai colori vivaci! Filo conduttore è l’autoironia – sottolinea Pignotta - come modo più semplice per affrontare i nostri problemi e provare a superarli. I personaggi? Non sono mai macchiette al servizio di una comicità fine a se stessa ribadisce il regista – “tant’è che il pubblico si affeziona a loro”.

 

Quali sono gli elementi di novità e quali, invece, gli aspetti che ha consolidato?
“Come in tutte le forme d’arte, anche qui il tocco dell’autore è ben riconoscibile. Essendo, però, passati quattro anni dalla scrittura di ‘Una Notte Bianca’, il nuovo testo riflette la voglia di dire cose nuove, diverse e la voglia di sperimentare linguaggi più maturi.
La scrittura e la drammaturgia sono più solide e la regia più consapevole. Ho mantenuto la mia comicità spontanea- afferma - l’uso della musica che adoro, a cura di Stefano Switala, poi il taglio cinematografico. Il mio sogno è quello di poter trasformare un giorno una di queste mie commedie in un film, lavoro per realizzare un teatro-cinema”.
Anche la TV trova spazio in questa commedia…
“Sì, una riflessione ironica sulla TV, che ha rappresentato una fase della mia carriera vissuta con consapevolezza. In particolare, parlo dei reality, il manifesto dell’assoluta voglia di apparire che contraddistingue il nostro modo di vivere oggi ma che, secondo me, non può essere il nostro unico obiettivo. Puntiamo invece ai contenuti, a guardarci dentro per essere veramente più belli fuori”.
Eleonora Menicocci