A grande richiesta torna, stavolta sul palcoscenico del Teatro Vittoria di Roma, “La baita degli spettri” con sottotitolo “Commedia in due atti e cinque cadute di stile” (di cui quattro durante la scena e una provocata dal “pubblico”). Questa esilarante pièce teatrale è scritta da Claudio Gregori, meglio noto come Greg, vede in scena oltre allo stesso sceneggiatore e scrittore, anche il suo compare Lillo, insieme a Simone Colombari, Lorenzo Gioielli, Valentina Paoletti e Virginia Raffaele. Giancarlo Leone
Lillo & Greg
Commedia in due atti e cinque cadute di stile La novità e genialità della rappresentazione è evidente fin dalle prime battute ed è legata al fatto di essere pensata e strutturata come un dvd interattivo, per cui il pubblico ha l’illusione di essere a casa più che a teatro. Sulla scena buia compare la schermata iniziale, tipica di questo mezzo di diffusione filmico, ed ecco che è il momento di far partire il film grazie al fidato telecomando, seduti comodamente al calduccio. I protagonisti sono cinque ragazzi, che decidono di passare alcuni giorni di vacanza in una baita in montagna un po’ isolata ed immersa nel bosco. Il prezzo è esiguo e questo ovviamente li attira molto, peccato però che, secondo i paesani, questa casa è maledetta.
Lillo & Greg
Già, perchè nel lontano 1969 un maniaco criminale uccise cinque ragazzi un po’ hippy, che erano lì a meditare e ancora oggi lo spirito dell’assassino si aggira tra quelle mura. Strani rumori e voci inspiegabili alimentano il terrore dei vacanzieri ed in più ecco che arriva un vicino di casa strano, che fa di professione l’impagliatore, molto desideroso di fare amicizia con loro, cui si aggiunge un ospite indesiderato che sta per arrivare. Certamente sono tutte delle coincidenze bizzarre.
La trama è esile e presenta una struttura circolare con un divertentissimo, quanto inaspettato, finale a sorpresa. Tutto lo spettacolo è costituito fondamentalmente da gag, battute e sketch, legati fra loro e riconducibili al genere horror. E’ una rivisitazione allegra di questo genere cinematografico, ma più che una parodia è una presa in giro del repertorio e dei meccanismi di costruzione della tensione.
Lillo & Greg
Vengono usati tutti gli stilemi e gli strumenti tipici: dal vicino di casa un po’ strano, alle telefonate minatorie, ai cambiamenti di personalità, peccato però che tutto risulti improbabile all’occhio dello spettatore, perchè si rasenta il paradosso. In realtà è proprio quest’ultimo a giocare un ruolo centrale nella commedia, che mantiene un ritmoabbastanza serrato, tranne nei momenti in cui ci sono delle “cadute” e dei rallentamenti.
Lillo & Greg
E’ uno spettacolo goliardico, caratterizzato da frasi fatte ed elementi portati alle estreme conseguenze, intervallato qua e là da quattro momenti molto grevi, in cui sulla scena è usato un volgare linguaggio, sfortunatamente quotidiano, in epoca moderna. Questi cinque momenti, definiti dall’autore “cadute di stile”, sono annunciati al pubblico da un segnale sonoro e luminoso con dei fari, come quelli sulle macchine della polizia, ma arancioni. Tra battute e gag improvvisamente la narrazione si interrompe ed ecco le voci degli spettatori che commentano come davanti allo schermo della tv di casa, è un momento di pausa per ricordare al pubblico che questo è un dvd.
Lillo & Greg
Lo spettacolo è una presa in giro e al tempo stesso un omaggio ai film di paura, riprendendo gli stilemi dei grandi classici del giallo da Lang a Hitchcock. Irresistibile ed esilarante è poi la parte finale della storia, dove il pubblico è alle prese con i famosi “inserti speciali” dei dvd, che comprendono interviste, backstage, scene tagliate ed errori di ipotetiche riprese. Sono tutti elementi tipici che regalano al pubblico momenti di intensa ilarità, riescono da soli a superare addirittura la comicità dell’intera storia. Federica Di Bartolo Sito Internet: www.teatrovittoria.org