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Ottocento alle Scuderie del Quirinale a Roma |
E’ aperta a Roma nelle Scuderie del Quirinale, la mostra Ottocento da Canova al Quarto Stato, che è visitabile fino al 10 giugno 2008. Con 130 opere di 72 autori, indaga l’arte italiana del XIX secolo. Curata da Maria Vittoria Marini Clarelli, Carlo Sisi e Fernando Mazzocca, ha un catalogo scientifico edito da Skira. Emilia Dodi |
Hayez - Il bacio |
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L’esposizione è la prima interamente dedicata all’arte ottocentesca italiana che comprende il particolare momento che l’Italia attraversava, cioè quello del Risorgimento. Questo periodo artistico fin’ora non a fondo indagato, pur nella diversità delle varie correnti, non si può considerare inferiore a quello europeo. Certo la situazione politica non favoriva, come fu per la Francia, la serenità e la possibilità di coesione tra i vari artisti benchè tutti fossero spinti a contrastare l’accademismo per realizzare opere che sono di respiro europeo. Così la mostra, che può dividersi in pre e post unità italiana, mette in luce la scuola romantica milanese e i suoi più grandi artisti, l’importante corrente che fu quella della macchia a Firenze, per giungere a celebrare la scuola napoletana di Posillipo. |
Domenico Morelli - Il bagno Pompeiano |
La mostra si apre, all’inizio scalone d’ingresso, con una bellissima tela del simbolista Gaetano Previati e segue con le statue del Canova e con l’opera più importante del periodo per il suo significato storico-politico, qual è il IV Stato di Pellizza da Volpedo. La prima parte è pre-unitaria con i pittori milanesi, quali l’Appiani che fu il pittore di Napoleone I° a Milano e con le interessanti e poco note Scene di scheletri viventi di Vincenzo Bononimi, con il Piccio e la tela Aminta rinviene a tra le braccia di Silvia. |
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Appiani - Ritratto di Napoleone |
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Bellissima la parete dedicata a Hayez con i suoi nudi di donna, che termina con l’opera Il bacio, solitamente non concessa da Brera, che è quasi la cesura tra le due parti. |
Piccio - Aminta rinviene tra le braccia di Silvia |
Per il naturalismo romantico, ci sono le 4 tele di Giacinto Gigante, tra le quali Amalfi con mare in tempesta e le tre opere di Ippolito Caffi. Il percorso delle sale inferiori si conclude con i pezzi di Vincenzo Cabianca, Silvestro Lega con la celebre tela Il canto di uno stornello, La barca della vita e il Bagno Pompeiano di Domenico Morelli, e le opere di carattere storico di Domenico Induno. |
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Domenico Morelli - Il bagno Pompeiano |
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Si prosegue poi con le belle tele dei macchiaioli, di Giovanni Fattori con I bagni della rotonda Palmieri, Silvestro Lega, Angelo Morbelli, Francesco Lojacono, Aristide Sartorio, Filippo Carcano, De Nittis, Plinio Nomellini e altri. |
Francesco Lojacono - L’arrivo inatteso |
Sono rappresentate tutte le correnti ottocentesche, partendo dal Canova al romanticismo, al verismo sociale, alla scapigliatura, al simbolismo e al divisionismo. Alcune belle sculture accompagnano le pitture, facendo astrazione dal celeberrimo Canova, non vanno dimenticati Teneroni, Bartolini, Vela, Duprè, Cecioni, Gemito e Medardo Rosso con la testa messa in teca nell’ultima sala. Buono l’allestimento, eleganti ma poco visibili, le didascalie. Emilia Dodi |
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Adriano Cecioni - La madre | |