L’onorevole Vladimir Luxuria è andata in scena al Piccolo Eliseo di Roma fino ai primi di marzo con Oradaria nei panni di Angelo, transgender reso duro dalla vita e con una profonda insofferenza verso il suo corpo che detesta e che vorrebbe trasformare in qualcosa di diverso anche a costo di orribili sofferenze come testimoniano le piaghe ancora aperte sul volto per eliminare ogni traccia di barba. Un essere braccato dal dolore, tormentato dai ricordi di una morte violenta, quella della sua migliore amica, dalla voglia di essere diverso, di riscattarsi, di riuscire finalmente a far uscire la crisalide che ha dentro. Mariangiola Castrovilli
Siamo in prigione ed Angelo-Daria si sta preparando all’arrivo del suo compagno di cella, Matteo, un ragazzo gentile e delicato accusato di omicidio che non avrebbe commesso. Daria deve cercare di conquistarne la fiducia e farlo parlare. Solo così, a confessione ottenuta, il suo avvocato riuscirà a farla uscire assolta dal processo ormai imminente. In una scena essenziale e rarefatta avviene l’incontro scontro tra queste due personalità contrastanti, in un girotondo prima di diffidenza, quindi amicizia e solidarietà per arrivare poi agli inganni, alle menzogne alle sopraffazioni in un mondo permeato di crudeltà dove il tradimento è l’unico mezzo per sopravvivere. Una pièce amara, disperata, questa Oradaria firmata da Giordano Raggi che Vladimir interpreta magistralmente con Simone Gandolfo e Sebastiano Rizzo, che continua a farti pensare anche dopo che lo spettacolo è finito, scatenandoti una serie di interrogativi fondamentali speso senza risposta. Interrogativi che in un modo o nell’altro ci poniamo un po’ tutti nella vita e non solo nei momenti di depressione. L’eterno perché di certi comportamenti, spesso anacronistici, ma perseguiti in nome di una coerenza che trascende il senso dell’utilità personale imponendoci invece un codice d’onore irrinunciabile…. Abiamo incontrato l’onorevole Luxuria, in questi giorni occupata freneticamente in Parlamento, dopo lo spettacolo nel suo camerino.
Vladimir Luxuria
Vladimir nella vita pare che si seguano strade prestabilite, ma perché un perdente non può riscattarsi, continuando a farsi mettere in ginocchio dalle circostanze, vittima di un malinteso senso d’amore? “Bisognerebbe capire chi è il perdente…seguendo la trama sembrerebbe Daria che non si accorge di cosa le stanno tramando contro, ma dal punto di vista dei sentimenti è lei a vincere perché va solo dove la porta il cuore ….”. Com’è stata la sua esperienza da parlamentare? “Positiva dal punto di vista personale perché ho avuto la possibilità di parlare dei problemi della gente come me in luoghi costituzionali e in televisione. In Parlamento invece trovo molto importante il riconoscimento della convenzione europea per lo stato di rifugiato politico ai transgender condannati al carcere o alla pena di morte nei loro paesi, oltre al fatto di aver ottenuto che se ne parlasse anche nelle scuole durante i seminari sul bullismo. Eravamo a buon punto sulla strada della ratifica della legge sull’omofobia quando il governo è caduto ….”.
Bambola Lenci, Pouty, 1925, coll. Privata (foto da Rosita Siccardi).
Cosa rifarebbe e cosa no? “Diciamo che non ho sciupato il mio tempo acquisendo una conoscenza delle dinamiche che prima certamente non avevo. E poi sono sicura che una legge sull’omofobia avverrà anche in Italia, potranno rallentarla, ma non fermarla. Le leggi vanno sempre accompagnate da fattori culturali”. Onorevole si ricandiderà? “Non lo so, con questa legge sono i partiti a scegliere, non siamo noi a candidarci…. C’era la bozza Bianco, trovo che sarebbe giusto che fosse la gente a poter scegliere, dando le stesse possibilità a tutti i candidati, senza doversi …comprare i voti… trovo che non ci sia niente di più offensivo che offrire merce di scambio, dai soldi ai posti di lavoro in cambio del voto….”.
Vladimir Luxuria
Se avesse la bacchetta magica, perché solo di questo attualmente si tratta, come cambierebbe le cose? “Se avessi davvero una bacchetta magica vorrei un mondo senza guerre. Vede io sono stata fortunata perchè non ho vissuto né in nazioni belligeranti né c’ero nel dopoguerra. Non posso dimenticare però gli sguardi smarriti di alcune persone anziane, sedute ai giardinetti di Foggia, la mia città, quando sentendo i rombi assordanti dei jet associano quel rumore al ricordo della caduta delle bombe sganciate dagli aerei …. Vorrei ancora un mondo in cui le religioni parlassero solo d’amore e non di politica e dove fosse possibile un livellamento economico e non la sperequazione assurda di adesso. Utopie? Forse. Ma non stavamo parlando di…bacchetta magica…?” Mariangiola Castrovilli