Sul palco del Festival di Sanremo, pensando a Bob Dylan
E’ Valerio Sanzotta che, presentandosi quest’anno fra i Giovani, porta sul palco della kermesse canora una musica impegnata. Visum l’ha incontrato. Giancarlo Leone
Valerio Sanzotta
E’ intitolato Novecento e musicalmente si ispira alla tradizione folk-rock-americana. Nel testo, pero, il brano firmato da Valerio Sanzotta, tra i Giovani talenti in gara al Festival di Sanremo, è ricco di riferimenti alla storia italiana. Figlio del direttore del quotidiano di Roma, Il Tempo, Valerio, 28 anni, e laureato in Filosofia ed e al secondo anno di dottorato di ricerca in Filosofia classica a cui si dedica anima e corpo. Ed e deciso a percorrere la strada delle note. Visum l’ha intervistato.
Valerio Sanzotta
Valerio, parliamo del suo disco Novecento.. “E’ un pò la mia biografia trasfigurata da fatti e momenti significativi del Paese, dalla Resistenza alla strage di Piazza Fontana fino alla morte di Moro e Berlinguer, Nessun impegno politico o culturale, le mie canzoni vanno solo a fondo su temi e questioni, evito come la peste la superficialità di idee e sentimenti”. E’ deciso ad intraprendere la via della discografia? “L’ho sempre considerata un hobby di lusso, ma voglio provare a farne un mestiere, senza compromettere il privato, la musica non può mangiare la vita. Il festival sarà un’esperienza unica a livello umano e professionale, ma il palco non mi fa paura, sono sereno e poi cerco sempre di non monopolizzare i miei stati d’animo. Con un pizzico di saggezza, penso che si tratta solo di cantare una canzone”.
Valerio Sanzotta
Piu volte l’avevano contattata per Sanremo. Finalmente quest anno si e deciso…. “Ho detto si quest’anno perche c’era un progetto legato al disco. Al brano seguirà l’album omonimo, completato da un romanzo e una raccolta di poesie. Il disco contiene dieci canzoni inedite più la versione italiana di una lirica di Bob Dylan e un’altra tratta dal repertorio di Joan Baez. Per me non immaginavo il festival, la sua evoluzione però mi piace. Questa edizione è un trionfo di temi politici e sociali, c’è più coraggio e qualità dei testi. D’altra parte la società è mobile, non raccontarla, anche in musica, sarebbe impossibile”. Giancarlo Leone