Giua compare al festival tra i partecipanti nella categoria Giovani ed è molto apprezzata nella comunità musicale ligure. Ma, ora, il successo è la popolarità saranno a livello nazionale. Visum l’ha incontrata. Giancarlo Leone
Guia
Si è esibita fra i Giovani la prima sera, ma il vero esordio, pur tuttavia, l’ha fatto in giro per il mondo. Giua, 25 anni, cantautrice di Rapallo, è molto apprezzata nella comunità musicale ligure ed ha presentato il brano Tanto non vengo, una ballata con sonorità nordamericane, dove il solito riferimento alla scuola genovese non c’è. Modi garbati, timida, volto e pose da artista anni ‘70, per il Festival Giua, vero nome Maria Pierantoni Giua, ha scelto comunque di svoltare il suo stile originale. Visum ha intervistato la cantante.
Guia
Innanzitutto parliamo del riferimento alla scuola genovese? “Ho ascoltato molto di quella tradizione e qualcosa mi sarà rimasta sicuramente in testa, poi pero ho elaborato uno stile diverso. Almeno lo spero”. Parliamo del suo brano, Tanto non vengo…. “Il tema e sicuramente insolito, non tanto per l’attesa che ricorre spesso nelle canzoni, ma per il mio atteggiamento verso chi non si presenta ad un appuntamento per semplice disinteresse o leggerezza. La canzone, infatti, è la cronaca di un tradimento delle intenzioni, perchè impegnarsi con qualcuno che non farà mai parte della tua vita”. Precisi meglio…… “Potevo scegliere contenuti diversi, ma ho trovato che questo genere di rapporti faccia sempre più parte del nostro modo di vedere la vita”.
Guio
Appartiene ad una scuola italiana, visto che non appartiene alla scuola genovese? “Mio padre, che è un architetto italo-venezuelano ha sempre avuto due pregi, essere fondamentalmente un musicista e farmi viaggiare con lui quando si spostava per lavoro. E cosi che ho imparato a suonare la chitarra, ad incrociare lo sguardo su mondi diversi. Ho ascoltato bossa nova e canti cileni, la canzone napoletana e il fado. Recentemente- spiega la cantante ai nostri microfoni - pero ho abbracciato le folksinger americane, quelle degli anni ‘70, da Joan Baez a Joni Mitchell, per arrivare oggi con Suzanne Vega e Tori Amos. Non rinnego nulla dei miei esordi, ma si cambia. Genova e Lisbona rimangono i miei posti preferiti per scrivere e comporre. Ormai a Genova ci abito – spiega - ho tutti i miei amici e mi ha fatto piacere che non abbiano snobbato la mia partecipazione al Festival. Come occasione, anche per loro, e unica”. Giancarlo Leone