Giancarlo Sepe porta in scena al Teatro Eliseo di Roma “Otello”, con Andrea Giordana nei panni del tragico eroe shakespeariano. Un allestimento minimalista, ma non per questo meno intenso e commovente. Fino al 2 marzo. Gloria Bondi
“…Una sorta di capitan Nemo che comincia a odiare gli uomini, perchè questi lo hanno tradito, deriso, blandito”. Così Giancarlo Sepe descrive il suo Otello, portato in scena al Teatro Eliseo di Roma per l’interpretazione di un intenso Andrea Giordana nei panni dell’infelice eroe shakespeariano.
“Quegli uomini – continua il regista – che hanno fatto finta di accettarlo, per poi distruggerlo per una vile storia di letto, solo perché la sua donna, bella e giovane, ha scelto lui, nero e avanti con gli anni…un capitan Nemo che in onore del suo idealismo e della purezza s’invaghisce della stella, invece che degli abissi, degli astri, dei colori, delle musiche, e che solo in un contesto che sente amico, com’è la scena, riesce ad essere sé stesso, anche se aggredito da porte che vomitano personaggi dei suoi incubi, dei suoi presagi o quelli mossi dalla forza di Jago”.
Per il suo allestimento, Sepe sceglie di rinunciare a tutti i consueti elementi e riferimenti d’epoca che fanno parte delle tradizionali rappresentazioni shakespeariane. La scena diventa uno spazio vuoto, circondato da pareti di metallo e arredata solo con poche sedie messe in circolo, come in una milonga. Gli artisti vestono panni moderni e anonimi, ad eccezione del capitano-Otello e della sposa-Desdemona. La recitazione è essenziale. Nessuna concessione a sensazionali istrionismi né alle lusinghe dell’aulica declamazione.
Le emozioni e i sentimenti sono gli unici veri protagonisti: la gelosia, naturalmente, ma soprattutto il veleno dell’invidia e la vigliaccheria dell’inganno e del tradimento. Di questo, in fondo, è vittima Otello. Eroe straziante e straziato, romantico e sventurato, al centro di una spirale di menzogne e congiure.
Ottime tutte le interpretazioni. Oltre a Giordana si distinguono lo Jago maledetto di Marcello Prayer e la tenera Desdemona, sposa-bambina, di Ivana Lolito. E poi ancora Luca Giordana, Valentina Valsania, Barbara Giordano, Michele Mietto e Pino Tufillaro. Fino al 2 marzo. Gloria Bondi